Con la “salita” in politica di Monti ” ci troviamo già oggi di fronte ad un vulnus politico e istituzionale e ad una forzatura che diventerebbe lacerante qualora Monti sviluppasse una campagna elettorale alla guida di uno schieramento centrista – ovviamente contro il Pdl – e la facesse utilizzando la carica di Presidente del Consiglio alla quale è stato nominato proprio con il concorso dello stesso Pdl”.

Lo dcie il capogruppo del pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, che accusa Monti anche di “trasformiso”. Secondo Cicchitto “invece di fare – come era insieme un suo diritto e un suo dovere – un bilancio della attività di un governo nato e durato solo perché nel novembre del 2011 il Presidente Berlusconi – anzichéprovocare una crisi politica generale con conseguenti elezioni – gli ha dato via libera per un esecutivo tecnico, il Presidente Monti ha utilizzato la tribuna di Palazzo Chigi non solo per attaccare proprio il Pdl, Berlusconi e Alfano, ma addirittura per lanciare la sua ascesa-discesa, che dir si voglia, in politica”. ” Cioè – sottolinea – è avvenuto esattamente il contrario di ciò che avevamo chiesto al Presidente Napolitano. Né ciò può essere sanato con una successiva pacca sulla spalla o con una telefonata riparatrice solo sul terreno dei rapporti personali. Né può invocarsi il fatto che noi stessi avevamo chiesto a Monti di scendere in campo come federatore di tutto il centro e il centrodestra. Infatti è evidente che se lo avesse fatto, Monti si sarebbe dovuto dimettere, perché – diversamente da tutti i suoi predecessori – egli non ha alle spalle una coalizione espressa da un consenso elettorale e per di più quando egli fu nominato Presidente del Consiglio espresse reiteratamente il proposito di non fare successivamente politica”. ” La seconda incongruenza provocata da Monti – sottolinea ancora Cicchitto – è tutta politica, e riguarda il suo rapporto con il Ppe. Monti si è recato a Bruxelles alla riunione dei leaders dei partiti del Ppe e lì Berlusconi, nel consenso generale, lo ha pregato di assumere la guida dello schieramento di centrodestra. Una volta tornato in Italia, Monti non ha affatto dato seguito a quella prospettiva, ma anzi l’ha rovesciata due volte: nella sua intervista a Repubblica ha ipotizzato una alleanza con il Pd, mentre nella conferenza stampa ha ipotizzato una salita in campo in contrapposizione proprio a Berlusconi e al Pdl e in evidente contraddizione con quello che era stato detto in sede PPE. In sostanza, ci troviamo di fronte ad un rovesciamento totale delle posizioni e dei ruoli sia dal punto di vista istituzionale sia da quello politico. Se non si trattasse di un professore senza macchia e senza paura, ma di un deprecabile professionista della politica, qualche osservatore malevolo potrebbe parlare di uno spericolato esercizio di trasformismo,che non ha nulla a che fare con il rinnovamento ma piuttosto con la ripetizione di una prassi politica già più volte vista”.

 

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