”Voglio scusarmi con tutti per quella che voleva essere soltanto una imprudente ‘provocazione’. In particolare mi voglio scusare con tutte quelle donne che si siano sentite offese in qualche modo dalle mie parole”. Lo ha detto il parroco di San Terenzo a proposito del volantino sul femminicidio affisso in chiesa.

”Ho fatto rimuovere immediatamente quel volantino i cui contenuti sono fuorvianti rispetto ai sentimenti di condanna per la violenza contro le donne”. Lo ha detto il vescovo della Spezia monsignor Ernesto Palletti, commentando l’affissione di un volantino sul femminicidio alla porta della chiesa di San Terenzo da parte del parroco.”Nel volantino si leggono motivazioni inaccettabili che vanno contro il comune sentire della Chiesa”. Il vescovo ha convocato don Piero Corsi, parroco di San Terenzo di Lerici, per un chiarimento. Intanto venerdi’ prossimo le donne di Lerici si ritroveranno sulla spiaggia per un sit-in di protesta contro il parroco.

Un volantino affisso dal parroco alla bacheca della chiesa di San Terenzo (Lerici) che ‘reinterpreta’ la lettera pastorale ‘Mulieres dignitatem’ e solleva dubbi sul ‘femminicidio’, accusando in sostanza le donne di essersi allontanate dalla virtù e dalla famiglia sta scatenato una rovente polemica. Don Piero Corsi – che ha affisso l’estratto dalla lettera apostolica commentata dall’editorialista del sito Pontifex.it dal titolo ”Le donne e il femminicidio, facciano sana autocritica. Quante volte provocano?” – era gia’ noto alle cronache per la sua passione al ‘tatsebao’, avendo gia’ dedicato fogliettoni satirici contro l’Islam e contro gli immigrati appesi alla porta della chiesa. Il volantino comincia con “l’analisi del fenomeno che i soliti tromboni di giornali e tv chiamano appunto ‘femminicidio'”.

“Una stampa fanatica e deviata attribuisce all’uomo che non accetterebbe la separazione questa spinta alla violenza”, si legge nel volantino. Che prosegue: “Domandiamoci: Possibile che in un sol colpo gli uomini siano impazziti? Non lo crediamo. Il nodo sta nel fatto che le donne sempre più spesso provocano, cadono nell’arroganza, si credono autosufficienti e finiscono con esasperare le tensioni. Bambini abbandonati a loro stessi, case sporche, piatti in tavola freddi e da fast food, vestiti sudici.

Dunque se una famiglia finisce a ramengo e si arriva al delitto (forma di violenza da condannare e punire con fermezza) spesso le responsabilità sono condivise”. Il volantino esamina poi la questione della violenza sessuale: “Quante volte vediamo ragazze e signore mature circolare per strada con vestiti provocanti e succinti? quanti tradimenti si consumano sui luoghi di lavoro, nelle palestre e nei cinema? Potrebbero farne a meno. Costoro provocano gli istinti peggiori e poi si arriva alla violenza o abuso sessuale (lo ribadiamo. roba da mascalzoni). Facciano un sano esame di coscienza: forse questo ce lo siamo cercate anche noi?”.

“Chiediamo alle massime autorità civili e religiose che si attivino perché venga immediatamente rimosso il manifesto affisso dal parroco e che riteniamo una gravissima offesa alla dignità delle donne”. E’ questa la reazione della presidente di Telefono Rosa Maria Gabriella Carnieri Moscatelli. “Non è solo un problema di forma o di dignità lesa – scrive Moscatelli -. Noi di Telefono Rosa riteniamo che questo messaggio sia una vera e propria istigazione a un comportamento violento nei confronti delle donne perché si offre una inaudita motivazione ad atti criminali contro di esse. Chiediamo che sia lo stesso Presidente del Consiglio Mario Monti, che proprio ieri nel suo discorso ha parlato della necessità di una nuova rappresentazione delle donne intervenga attraverso i ministri competenti.

Ma la richiesta è diretta anche a Papa Benedetto XVI e al vescovo della Spezia. In Italia, che è il Paese con il maggior numero di femminicidi d’Europa e ha un altissimo numero di violenze consumate all’interno delle mura domestiche, un episodio come questo non è piu tollerabile”. E’ stato ritirato il volantino. Anche il sacerdote risulta irreperibile e non risponde né al telefono cellulare né all’utenza fissa della parrocchia. Chiuso anche il gruppo Facebook dove era stato pubblicato il testo del volantino accolto con ingiurie e improperi da parte del popolo della rete.

 

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