Si commuove Piero Grasso quando pensa ai suoi 43 anni in magistratura. Ora pero’ il dado e’ tratto e nel suo futuro non c’e’ piu’ la toga ma una ‘rivoluzione’ della giustizia, di cui conosce virtu’ e mali.
“Non voglio usare ‘salita’ o discesa’, ho finito la mia esperienza e mi sposto in politica”, ha detto l’ancora per poco procuratore nazionale antimafia nell’annunciare ufficialmente la sua candidatura nelle file del Pd. Accanto a lui, in un’affollata conferenza stampa alla sede del partito democratico, il segretario Pier Luigi Bersani. “Ho detto mille volte che un grande partito come il nostro deve e vuole essere infrastruttura per una riscossa civica di questo Paese”, ha ricordato il leader del Pd, “per noi la disponibilita’ di Grasso ha il senso di una risposta positiva a questa valutazione. Servono competenze e professionalita’ ma anche uno spirito civico”.
Grasso si considera un tecnico, e ci tiene a sottolinearlo. E con la determinazione di chi ha una solida esperienza ha chiarito quale sara’ la sua battaglia. “Penso di avere delle competenze tecniche e delle idee per fare una rivoluzione del sistema giustizia, da attuare in maniera graduale. Prima le cose piu’ urgenti e poi le cose da fare a medio e lungo termine. Serve un progetto condiviso nel modo piu’ ampio possibile, a prescidere poi da chi potra’ attuarlo”, ha spiegato. Presto per dire se a Grasso tocchera’ il ministero della Giustizia in caso di vittoria del Pd alle elezioni. Lui non si e’ sbilanciato: “Sono un dilettante della politica, nel senso che lo faccio per diletto, dunque non mi pongo questo problema”, ha assicurato. E ha tagliato corto Bersani: “Mi preoccupo di vincere le elezioni, del governo ne parliamo dopo”. Per adesso entrambi sono concentrati sulla sfida elettorale, accettata in un incontro casuale pochi giorni fa al Quirinale stando a quanto raccontato da Bersani. Il 17 dicembre, entrambi ospiti del Presidente della Repubblica per gli auguri, il segretario ha spiegato al magistrato il programma del Pd, l’intenzione di mettere “le due parole moralita’, e soprattutto legalita’, e lavoro come priorita’ assoluta”. Da li’ e’ partito l’invito a essere della partita. Grasso, sempre a quanto riferito da Bersani, ha preso tempo. La decisione e’ maturata a Natale. “Ero con mio figlio e mio nipote e ho pensato: che futuro avra’ un bambino di sei anni?”, ha riferito il procuratore. Del resto gia’ in passato dai giovani che incontrava gli e’ arrivata tante volte una domanda: “Perche’ lei non lo fa?”. La risposta era sempre stata “mai dire mai”. Stavolta invece e’ stata si’.
Immediata, a quel punto, la richiesta di dimissioni al Csm. Ma la notizia e’ trapelata e ha costretto Grasso a uscire allo scoperto e, in attesa della decisione dell’organo di autogoverno dei giudici, la seconda richiesta questa volta di aspettativa elettorale. “Pensavo di potere stabilire la data in cui il treno partiva, ma e’ bastato fare una domanda al Csm perche’ la notizia si diffondesse…”, ha ammesso. Eppure Grasso avrebbe preferito presentarsi alla stampa non ancora da procuratore antimafia ma da libero cittadino: “Ho sempre detto che il magistrato non deve potersi fare etichettare da qualsiasi colore politico” e dunque “deve dimettersi”. Certo “ci vorrebbe un periodo di decantazione prima di entrare in politica, ma io non tornero’ a fare il magistrato e quando il Csm decidera’ io avro’ gia’ appeso la toga al chiodo”. Le dimissioni non sono state facili. “E’ stata una decisione radicale e sofferta”, ha spiegato, “mi tremava la mano quando ho firmato le dimissioni”. E qui la voce si e’ fatta incerta. “Devo ringraziare tutti i colleghi e le forze di polizia che, facendo squadra intorno a me, mi hanno fatto realizzare tanti successi”, ha detto visibilmente commosso. Adesso pero’ si volta pagina. “Ho fatto il pretore, il procuratore, ho lavorato a fianco di Giovanni Falcone, ho fatto il dirigente al ministero, il consulente della commissione Antimafia e infine il capo della Dia, ora tutte queste esperienze voglio metterle a disposizione del Paese”, ha chiarito, “adesso il mio impegno cambiera’ e lo portero’ in politica, per cercare di cambiare il Paese. Io ci credo e questo mi fa sentire giovane. Con questa speranza ora ho trovato una casa e mi sento a mio agio”.