Quattro bambine, di età fra i cinque ed i dieci anni, sono state circuite e violentate con un inganno nello Stato indiano di West Bengal da un droghiere di 40 anni che è stato arrestato dalla polizia e salvato a stento da una folla che voleva linciarlo.
Nonostante le manifestazioni di protesta svoltesi in tutto il paese da settimane dopo il mortale stupro subito da una ragazza di 23 anni su un autobus a New Delhi, l’India continua a essere al centro di raccapriccianti episodi di violenza sessuale che hanno provocato una vera e propria emergenza a livello politico e sociale. L’ultimo incidente in ordine di tempo, riferisce l’agenzia di stampa Pti, è avvenuto lo scorso 3 gennaio nel villaggio di Belatore del distretto di Bangura nel West Bengal, allorché le bambine – di 5, 7, 8 e 10 anni – sono entrate in un negozio di alimentari di proprietà di Rabi Lochan Dey, per comprare un dolce. Per contrastare l’ondata di violenze sessuali che ha colpito tutta l’India, il governo dell’ex territorio francese di Pondicherry ha deciso di introdurre, fra varie misure, anche l’uso obbligatorio per le studentesse di un soprabito.
”Siamo impegnati al massimo a proteggere la sicurezza delle nostre ragazze – ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, T. Thiagarajan – e per questo abbiamo deciso che esse dovranno portare un soprabito e muoversi in autobus di loro esclusivo uso. Inoltre nelle scuole sara’ proibito utilizzare i telefoni cellulari”. La stampa, ricordando che la temperatura media di Pondicherry e’ superiore ai 30 gradi per la maggior parte dell’anno, sottolinea che aggiungere un ulteriore capo di abbigliamento alla divisa scolastica, che prevede anche una giacca ”e’ una misura assurda”. Contro di essa si e’ espressa apertamente la segretaria della All India Democratic Women’s Association, Sudha Sundararaman, secondo cui ”e’ scioccante notare come apparentemente il governo di Pondicherry non si renda conto che l’abbigliamento non a nulla a che vedere con i reati commessi. E’ un modo di banalizzare il problema senza affrontarlo seriamente”.