CASERTA – Angelo Brancaccio non demorde. Anzi rilancia. E lancia un altro affondo contro Lorenzo Diana. Il duello è iniziato dopo la testimonianza dell’ex senatore Ds durante il processo a carico di Nicola Cosentino. Diana chiamo in causa il sindaco di Orta di Atella sull’intreccio tra camorra e politica nella gestione del ciclo dei rifiuti.
Immediata la reazione di Brancaccio che, attraverso una dettagliata ricostruzione dei fatti, ha smontato punto su punto le accuse di Diana, tirandolo a sua volta in ballo. Il primo cittadino ortese ha depositato nei giorni scorsi una memoria alla magistratura (clicca qui per leggere l’articolo). Per fornire la sua versione. All’indomani l’ex senatore replicò lanciando nuove accuse all’indirizzo di Brancaccio (clicca qui per leggere l’articolo).
Oggi il terzo round, che a prima vista si aggiudica Brancaccio. Il sindaco, infatti, fa nomi e cognomi. E addita Diana come il dominus politico delle scelte della corrente Ds di cui a quel tempo faceva parte Brancaccio. “Era il mio capocorrente – dice il primo cittadino – e le scelte politiche erano sempre avallate da lui”. Insomma, se fossero stati commessi eventuali reati e fosse confermato il rapporto tra politica e clan, il primo responsabile – a detta di Brancaccio – sarebbe proprio Lorenzo Diana.
Il sindaco di Orta infatti sostiene di “apprendere con soddisfazione che il “Senatore” non abbia smentito di aver parlato con l’Orsi Sergio né di averlo incontrato presso il ristorante Charlie’Angel in occasione di evento elettorale dal sottoscritto organizzato”. Brancaccio aggiunge: “Si ribadisce che l’incontro non fu casuale ma il Sergio Orsi era presente in loco proprio in ragione dell’ incontro con il de cuius. D’altro canto, se l’incontro aveva provocato tanto stupore per il Diana, non si comprende come mai lo stesso non abbia deciso di abbandonare il consesso, viceversa, indulgendo a colloquiare con il Sergio Orsi! Specularmente, il Diana dovrebbe spiegare come mai non è andato via in tutte le altre occasioni ELETTORALI nelle quali ha incontrato Sergio Orsi: presso l’hotel Vanvitelli di Caserta, presso il ristorante il Ninfeo di S. Maria C.V. ecc. ecc. ecc. e, soprattutto, perché in siffatte occasioni ha parlato sempre cordialmente con l’Orsi; e di cosa poi?”.
Rispetto alla replica di Diana, che nella sua nota precisa di essersi battuto contro i fratelli Orsi, Brancaccio ripercorre con estrema precisione le tappe di quella vicenda. “Si badi, non si mette in discussione che il Diana si sia battuto contro la vicenda Eco-4 ovvero per questioni concernenti il Comune di Mondragone, ma per San Cipriano di Aversa la storia è ben diversa”.
Il sindaco ortese spiega, facendo nomi e cognomi e indicando incarichi e prebende, come sono andate le cose. “Nell’anno 2005 il Diana veicolò l’inserimento di un suo pupillo, tale Carlo Scatozza, all’interno del cda di GMC. Anzi, LA NOMINA DELLO SCATOZZA DOVREBBE ESSERE STATA EFFETTUATA IN ASSEMBLEA DALLA PARTE PRIVATA, OSSIA DALLA FLORA AMBIENTE. Tutto il mondo politico sa chi è Carlo Scatozza e quali rapporti lo leghino al Diana; il che dimostra, ove ve ne fosse bisogno, il cambio di rotta intrapreso dal Diana all’indomani delle vicende descritte nel comunicato del 4/2/2013”.
Brancaccio sferra una stilettata “letale” all’indirizzo di Diana sulla vicenda del tesseramento dei fratelli Orsi nella sezione Ds di Orta di Atella. Nella sua replica l’ex senatore si chiedeva provocatoriamente come mai gli Orsi fossero tesserati nel circolo Ds ortese e non quello di Casal di Principe, dove erano residenti. La risposta del sindaco è “illuminante”.
“Per quanto riguarda la vicenda delle tessere – dice Brancaccio- , ancora una volta il Nostro Senatore palesa evidenti vuoti amnestici. Lo stesso, capo corrente del sottoscritto, aveva interesse a che venisse sottoscritto il maggior numero di tessere possibile; quelle tessere, infatti, servivano ad eleggere i delegati provinciali che poi eleggevano i delegati nazionali. Sicché, fu proprio il Diana a giovarsi di quelle tessere che oggi stigmatizza ma che all’epoca gli servirono per ottenere la delega nazionale. Ma vi è di più. Il sottoscritto osserva Brancaccio -, come detto facente parte all’epoca della corrente del Diana, portava al corrente dello stesso i nominativi dei soggetti ovvero delle famiglie che avrebbero dovuto sottoscrivere il tesseramento. Allorquando il Diana fu reso edotto della intenzione dei fratelli Orsi, FU LUI STESSO A SUGGERIRE IL TESSERAMENTO IN ORTA DI ATELLA ANZICHE’ IN CASAL DI PRINCIPE, COMUNE DI RESIDENZA DEGLI STESSI. Sarebbe interessante chiedere al diretto interessato le ragioni di una simile scelta!”.
Così come nella memoria presentata alla magistratura, anche in questo caso Brancaccio ribadisce “la totale disponibilità a fornire ogni informazioni utile alla sui fatti in descrizione e su quanti a conoscenza del sottoscritto”. Prendendo per buone sia la versione del sindaco di Orta che quella di Lorenzo Diana, dobbiamo registrare che ai punti Brancaccio si è aggiudicato anche questo round. Alla fine dell’incontro (scontro) chi finirà ko tra i due? Lo decideranno i magistrati, perché alla luce delle vicende esposte dal primo cittadino ortese i pm saranno “costretti” ad aprire un’inchiesta. O no?
Mario De Michele