I partiti “copiano in modo spudorato il MoVimento 5 Stelle” ma non quando si tratta di rimborsi, “sui soldi non ci copiano proprio”. Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog. “I marchettari alla riscossa usano parole per loro sconosciute come onestà, partecipazione, società civile. Le masticano in pubblico come una gomma americana, poi in privato le sputano. Quando si tratta di soldi però non transigono. Nessuno li rifiuta.
I contributi elettorali li vogliono tutti,il Pdl, il Pdmenoelle, Rigor Montis o Ingroia aspiratutto”. I partiti “sono persino imbarazzanti quando dicono che ‘vogliono uscire dal buio’ (Gargamella 17 febbraio in piazza del Duomo) o proclamano che ‘nessuno restera’ indietrò (pdmenoelle). Slogan presi pari pari dai manifesti del M5S” osserva Grillo che rivendica il marchio d’autore anche sul programma. “Oltre agli slogan copiano pure il programma, come lo psiconano che ha detto (tenetevi forte) che la politica si fa per passione e non per soldi, che i suoi parlamentari (suoi in quanto scelti da lui personalmente) si ridurranno lo stipendio e faranno solo due legislature”. I partiti ‘copia e incolla’, fa notare il leader del M5S, “non hanno però aderito al punto del M5S ‘Mandiamoli tutti a casa’ perché è molto difficile prendersi a calci nel culo da soli. La parola ‘antipolitica’ è stata cancellata, inglobata punto per punto dai partiti e quindi ora è diventata politica nobile, nella più alta accezione del termine”. Quanto invece ai rimborsi si tratta di “91 milioni di euro annui per Camera, Senato, consigli regionali e Parlamento europeo, pari a 455 milioni se conteggiati nell’arco i cinque anni. Il M5S – ricorda Grillo – ha già rifiutato i rimborsi elettorali per le elezioni regionali in cui si è presentato (unico a farlo), l’ultima in Sicilia, e come più volte anticipato non richiederà né i rimborsi per le spese elettorali, né i contributi per l’attività politica”.