Ha superato già quota centomila firmatari solo in 24 ore la petizione online di Viola Tesi, la 24enne fiorentina che chiede al leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, di votare la fiducia a un governo a guida Pd. L’obiettivo simbolico della petizione, lanciata ieri, è di raggiungere un milione di firme: ma il vero scopo, afferma Tesi, è quello di aprire un dibattito nel Movimento e convincere Grillo ad accettare la sfida, e scongiurare il rischio di un governo Pd-Pdl.
Dal blog del leader 5 Stelle arriva però non solo un nuovo no a un esecutivo Bersani, ma anche, a firma di Claudio Messora, un duro attacco alla giovane promotrice della petizione, che viene accusata di sostenere quel partito dei Pirati che con il M5S non è affatto in buoni rapporti. Viola Tesi “non è esattamente espressione della base del Movimento – si legge – Potrebbe mai esserlo una che fino a un paio di mesi fa almeno militava convintamente nella base del Partito Pirata?”. E sul web spunta anche una ‘contropetizione’, che fa il verso a quella firmata da Viola, per chiedere a Grillo di tenere la linea di chiusura totale a Bersani. A firmarla è il 40enne Fabio Martina che riscuote però un successo decisamente inferiore a quello della giovane toscana: poco più 3.500 firme, contro le oltre centomila a sostegno dell’accordo tra M5S e Pd. “Non mi aspettavo assolutamente un risultato del genere, sono molto contenta”, dice con entusiasmo Viola, guardando alle adesioni ricevute dalla sua petizione. Studi in Relazioni internazionali all’università di Firenze, come molti suoi coetanei giovane globetrotter Erasmus, si è lasciata affascinare dal partito pirata svedese al quale si è iscritta e domenica scorsa ha votato Movimento cinque stelle. “Condivido il suo programma, in generale, anche se non sono d’accordo su tutto”,afferma l’ideatrice della petizione, che si dice “ottimista” sul fatto che Grillo possa accettare la proposta: “Spero fortemente che accada”, aggiunge, nonostante la chiusura opposta fin qui dal comico genovese. Viola Tesi è una dei pentiti del voto al Pd: alle elezioni politiche del 2008 dette la sua preferenza ai democratici, allora guidati da Veltroni, mentre in tornate elettorali successive ha votato Idv. “Mi sembravano i più credibili, o almeno i meno peggio”, racconta oggi. Il sindaco Matteo Renzi, invece, non l’ha proprio convinta: “Non mi piace, non ha più credito di Bersani e lo si è visto dalle primarie. Se ci fosse stato, forse si sarebbe accordato più facilmente col Pdl, e forse avrebbe peggiorato la situazione dal punto di vista dei consensi”.