NAPOLI – Nasce a Napoli la Casa della Cultura delle Differenze, un luogo fisico e simbolico dove prendono vita i racconti e le esperienze, per la conservazione e la valorizzazione della memoria storica dell’attivismo femminile a Napoli.
“Nella città dove la cultura viene distrugge col fuoco, la cultura riparte dalle donne” con queste parole l’assessore alle pari opportunità del Comune di Napoli, Giuseppina Tommasielli introduce il convegno “I racconti delle donne. Le donne raccontano” che si è tenuto oggi nell’antisala dei Baroni del Maschio Angioino a Napoli nell’ambito del progetto Casa della Cultura delle Differenze.
Il progetto, promosso da Dedalus Cooperativa Sociale, Studio Erresse, Società cooperativa, Eva, Cooperativa sociale e Gesfor srl, in collaborazione con il Centro Donna del Comune di Napoli, nasce per valorizzare il punto di vista delle donne in ogni ambito della vita delle donne in ogni ambito della vita sociale, politica e culturale.
Tante le attività in corso presentate da Elena de Filippo, Presidente della Cooperativa Sociale Dedalus, tra cui l’ Archivio della Memoria delle Donne, una ricerca sulle protagoniste dell’attivismo al femminile a Napoli, i percorsi di formazione, i laboratori.
Attraverso la creazione di un Archivio della Memoria delle Donne, il progetto intende valorizzare la memoria storica dell’attivismo femminile a Napoli per meglio agire sul presente, sulle discriminazioni che tuttora pesantemente persistono nei confronti delle donne, in primis nel mondo del lavoro.
Creare degli spazi materiali e simbolici non solo di “trasmissione” di nuova soggettività femminile ma anche di scambio dialettico fra coloro che hanno vissuto gli anni più intensi del movimento delle donne e le giovani generazioni.
E nello stesso tempo creare nuove opportunità di lavoro per circa 160 donne di diversa nazionalità, coinvolte nei corsi di formazione professionalizzanti, organizzati per fornire strumenti per l’accrescimento di competenze spendibili sul mercato del lavoro.
80 donne sono le donne che hanno già cominciato a frequentare i laboratori di cucina e di cucito ed altrettante saranno coinvolte nei tre master in Archivista, Documentarista ed Assistente familiare in partenza nei prossimi giorni.
Il dibattito proposto nel convegno di oggi è stato ricco di spunti e di riflessioni, a partire dall’intevento di Laura Balbo, già ministro delle Pari opportunità ed attualmente docente dell’Università di Padova, che ha sottolineato l’importanza della trasmissione e condivisione della conoscenza lungo tutto l’arco della vita delle donne.
Giovanna Pompili, della Casa Internazionale delle donne di Roma, ha riportato la testimonianza del consorzio romano che abbraccia più 40 associazioni e che dagli anni settanta è il cuore del femminismo romano.
Avvincente l’intervento dell’antropologa Geneviève Makaping, dal nome significativo che nella lingua camerunense vuol dire “donna guerriera”, che rimarca il valore della differenza e della condivisione delle culture.
A seguire gli interventi di Renate Siebert, dell’ Università della Calabria, Paola Zappaterra,dell’Associazione Orlando,Bologna, Adelina Miranda ed Enrica Morlicchio dell’Università di Napoli Federico II, che hanno riportato le loro esperienze di ricerca.
Il dibattito è stato, inoltre, arricchito dalla proiezione del documentario “Viste da vicino: le donne di Napoli in TV”a cura di Vanessa Roghi, dall’intervento del gruppo di ricerca, dalle testimonianze delle studentesse e degli studenti dell’ Istituto Mazzini e del Liceo Artistico di Napoli sul percorso progettuale realizzato con il comitato Senonoraquando.