Il caso Ungheria esplode al vertice Ue. C’é la sfida negli occhi del premier Viktor Orban mentre difende le modifiche alla costituzione che limitano l’azione dell’alta corte e dei diritti civili, davanti alla stampa internazionale, in una conferenza stampa convocata nella sede del Consiglio Ue, poco prima dell’inizio del summit dei capi di stato e di governo dei 27 Paesi.

Proprio mentre il primo ministro magiaro, leader del partito nazional popolare Fidez, è impegnato a rimandare al mittente la pioggia di critiche, definendole “prive di fondamento”, il presidente del parlamento Ue Martin Schulz, apre all’ipotesi di un’azione sanzionatoria e indica l’opportunità che i leader Ue affrontino la questione col premier magiaro al vertice. In serata anche il commissario alla Giustizia Viviane Reding interviene con durezza da Berlino. “La Commissione è custode del trattato e non vede senza conseguenze il fatto che i principi di questo trattato siano calpestati”, dice, minacciando fra l’altro una riduzione delle risorse europee. Intanto per domani a Budapest, nel giorno della festa nazionale, è prevista una nuova manifestazione di protesta dei partiti di opposizione, contro quello che ormai in molti definiscono un ‘golpe bianco’ e che ha incassato critiche dell’Ue, del Consiglio d’Europa, degli Usa e di diversi leader tra cui Angela Merkel. Una situazione che trova un suo precedente in Austria, nel 1999 quando Jorg Haider era pronto ad entrare al governo come junior partner della democrazia cristiana austriaca, ma allora fu stoppato proprio da un’azione del Consiglio europeo. Chi ha parlato contro di noi deve “prima guardare i fatti e poi saremo lieti di rispondere ad ogni preoccupazione”, ha sibilato oggi Orban tagliente. “E’ normale avere posizioni politiche diverse, ma la politica non può sostituire i fatti”. L’Ungheria, aggiunge “fa leggi solo nel rispetto dei valori Ue, e finora ha sempre chiarito tutti i dubbi dell’Europa”. E Orban cita proprio il caso di Klubradio, l’ultima emittente radiofonica di opposizione nel Paese, che oggi ha vinto definitivamente una causa che rischiava di portarla alla chiusura: il consiglio dei Media, infatti, le ha aggiudicato le frequenze necessarie alla sua sopravvivenza. Per poter valutare meglio la situazione, il presidente Schulz ha detto di voler chiedere alla Commissione Ue un “rapporto dettagliato” sui cambi costituzionali, quelle prove che Orba afferma essere “inesistenti”. In caso di infrazione, il paese interessato perde il diritto di voto nel Consiglio.

 

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