di Claudio Lombardi
Il 23 aprile, alle 18, alla libreria Feltrinelli, al civico 154 di corso Trieste a Caserta, l’attore, regista e drammaturgo Tony Laudadio presenterà ai lettori casertani «Esco», il suo primo romanzo, edito dalla casa editrice Bompiani (234 pp., 17 euro). Con l’autore, Paola Servillo, figura di riferimento della cultura in Terra di Lavoro, e Giovanna Giuliani e Antonio Marfella, che leggeranno dei passi scelti di questa sorprendente opera prima.
Arriva a sorpresa, ma neanche troppo, il romanzo d’esordio di Tony Laudadio. Il testo si colloca nella scia di un’attività teatrale intensa e carnale, il cui successo si è esteso in Italia e in Europa, soprattutto in Spagna, dove l’attore casertano è stato osannato dalla critica. «Esco» s’inserisce nel flusso creativo di un regista e drammaturgo, che, raggiunta la maturità artistica, ha deciso di cimentarsi, quasi per caso, con una storia da leggere, che dilata ulteriormente il suo orizzonte espressivo; l’operazione ottiene il risultato di svelare un (in)aspettato talento letterario, che ci auguriamo non rimanga confinato nella bella cornice di un’opera prima. Collocabile a fatica in un genere preciso, il romanzo usa i caratteri del giallo e del thriller psicologico per interrogarsi sulla natura umana, ossessiva, cinica, indifferente, ma anche passionale e comica fino a sfociare nel parossismo. Il lettore avrà tra le mani una sorta di tragedia minima, provocatoria e travolgente, molto simile alla vita vera piuttosto che a un ordinato esercizio di stile, in cui la fabula, la sequenza degli eventi, è sovrastata, giocoforza, dall’intreccio narrativo, animato da un esercito di comprimari risucchiato in un ingorgo esistenziale. Scritto con l’abilità di chi da oltre vent’anni porta in scena voci e personaggi, il romanzo di Laudadio sembra il debutto di un veterano: efficace, sorprendente, coraggioso, originale. In un acronimo, «esco».
Disse alla moglie «esco», e non tornò più
«Esco» comincia con una morte assurda: quella di un marito, che, una notte, con l’intento di beccare nei dintorni una connessione wi-fi alla rete, imbraccia il suo portatile, saluta la moglie e, per l’appunto, esce. Solo che a due passi da casa viene investito da un pirata della strada, almeno così pare, e muore, travolto da un’auto in corsa e dalle sue ossessioni. Intorno a questo evento drammatico si moltiplica una folla di personaggi a vario titolo coinvolti: c’è Carla, vedova della vittima, la quale, prima ancora che affranta, è incazzata nera con il defunto marito, tra l’altro, per il modo surrealista con il quale l’ha lasciata. Il poliziotto maldestro, che fa le prime indagini. Il barista soccorritore, irritato dall’ingratitudine della donna. L’amico storico, che ha una passione sfrenata per i dettagli e le ultime parole. Il commercialista sentimentale, e tutti gli altri. Ognuno porta un contributo alla storia, più o meno come una staffetta è vinta da tutta una squadra e non solo dal primo o dall’ultimo velocista.
Dalla bottega di Gassman a casa Bompiani
Laudadio, 42 anni, di Caserta, inizia il suo percorso di attore alla Bottega teatrale di Vittorio Gassman, a Firenze. Dopo un periodo di lavoro a Roma, partecipa, nel 1993, allo spettacolo di Toni Servillo“Zingari”. Da quell’anno, è presente in tutte le produzioni del regista (“Misantropo”, “False Confidenze”, “Tartufo”), fino al fortunato “Sabato, Domenica e Lunedì”, acclamato successo internazionale. Nello stesso periodo, mette in scena con Enrico Ianniello e Andrea Renzi, una serie di spettacoli, che indagano la drammaturgia del Novecento (“Rosencrantz e Guildenstern sono morti” di Tom Stoppard, “La firma” di Vaclav Havel, quest‘ultimo con la regia di Francesco Saponaro), con una particolare attenzione al patrimonio comune della storia d’Italia (“Pinocchio”, “Santa Maria d’America”, di cui è anche coautore, e “Magic People Show”, tratto dal libro di Giuseppe Montesano, recitato anche in spagnolo in occasione nella tournée a Madrid, che si conclude nel maggio del 2009). Nel 2007, prende parte alla messinscena de “Il metodo Gronholm”, successo mondiale del catalano Jordi Galceran, per la regia di Cristina Pezzoli, con Nicoletta Braschi, con la quale porta in scena, nel 2009, “Tradimenti” di Harold Pinter, e nel 2012 “Interno 3”, tre atti unici di Antonella Anedda, Igor Esposito e Massimiliano Virgilio. È ideatore e fondatore della compagnia “Onorevole teatro casertano”, con la quale, nel 2006, dirige il Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere e con cui produce i suoi testi teatrali (tra questi, “Infanzia di un socialista”, monologo da lui stesso interpretato). Tra gli spettacoli degli ultimi anni ricordiamo: “Shostakovic, il folle santo”, monologo per la regia di Francesco Saponaro, “Cronache da un tempo isterico” di Armando Pirozzi, produzione Teatro Nuovo di Napoli, e “Questi Fantasmi”, nel ruolo di Pasquale Lo Jacono, in lingua spagnola, per la regia di Oriol Broggi, prodotto da la Perla29, il Festival Grec di Barcellona e il Centro Dramático Nacional di Madrid. Nel cinema, ha lavorato con diversi registi, tra i quali Paolo Sorrentino, Fabrizio Bentivoglio, Marco Risi, Nanni Moretti. Ultimi in ordine di tempo, il lavoro per la Rai di Giacomo Campiotti sulla vita di Maria, con Paz Vega e Alissa Jung, e “Mozzarella Stories”, regia di Eduardo De Angelis, con Luisa Ranieri e Andrea Renzi, prodotto da Bavaria film e co-prodotto da Emir Kusturica. Come autore teatrale, è stato premiato, insieme con Enrico Ianniello, per “Sconosciuti e Lontani” con il Premio Troisi nel 2000 e per “Gracias a la vida” con il Premio Girulà nel 2004. Nel 2010, ha pubblicato alcuni suoi testi teatrali per le Edizioni Spartaco nel volume “Teatro fuorilegge”. È, infine, un appassionato musicista e cantautore. Il suo primo romanzo, «Esco», è edito da Bompiani.