CASERTA – Un territorio come il nostro, ricco di una straordinaria concentrazione di beni culturali, artistici, monumentali e ambientali, che annovera nella sola città di Caserta due siti considerati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, assurge a livelli di cronaca internazionale perché, proprio qui, si registra il paradosso per cui questa potenziale ricchezza che tutti ci invidiano si trasforma in un problema insanabile. E’ il fallimento della vocazione turistica, in nome e per conto della quale, in un’intera filiera istituzionale, Ministero dei Beni Culturali, Regione, Provincia e Comune , si sono sperperati, inutilmente, fiumi di denaro pubblico e risorse europee.
L’esercizio dello scaricabarile e le invocazioni di soluzioni spropositate gridate sui giornali sono di quelle che nella loro esagerazione evidenziano l’incapacità di affrontare in modo serio e concreto i problemi, un “facite ammuina” che, oltre che dare spunti di comicità, non porta nessun contributo costruttivo.
La Reggia e tutti gli altri siti di interesse artistico monumentale di questo territorio, sono stati sempre considerati dei semplici contenitori. Culturalmente molto distanti dagli interessi delle istituzioni locali, i monumenti e la città si avvicinano e si integrano solo nella speculare condivisione delle problematiche. Dal traffico selvaggio ai parcheggi abusivi, dal trasporto pubblico in perenne incertezza, alla sicurezza dei cittadini, questa città culturalmente vuota, resta indigesta e scostante per quella massa di turisti che non riesce a trovare le ragioni per tornare.
E’ proprio sulla mancanza di un rapporto culturale tra la città, la Reggia e gli altri siti monumentali che va messo l’accento ed evidenziati i motivi di criticità. Questa città non si è dotata neanche di un centro di ricerca e studi che approfondisca e sviluppi iniziative su temi di cui questo territorio può vantare il monopolio mondiale. Il settecento, le utopie illuministe, la storia dei Borbone, l’archeologia industriale e l’urbanistica dell’illuminismo più avanzato, sono tematiche riferite a questo territorio studiate nelle università di tutto il mondo e qui ignorate.
E’ bene quindi non confondere i problemi: per la Reggia, i problemi pratici, gestionali , sono gli stessi di sempre, aggravati dal passare del tempo e dall’incuria, sono di soluzione elementare per cui è sufficiente la volontà delle istituzioni o trovare delle istituzioni capaci. Ma il malessere profondo sta nel fatto che tutto questo accade in una città che oggi è un anonimo agglomerato urbano, sopraffatto da una considerazione che ci attribuisce, anche a livello internazionale, una serie di stereotipi negativi e incapace di costruire rapporti con le peculiarità dei suoi monumenti e che invece di provvedere ad integrarne i contenuti mantenendone vivi i significati preferisce possederli come semplici contenitori.
Un esempio esplicativo delle argomentazioni fin qui sostenute, sta nella risposta elaborata dall’amministrazione cittadina verso le annose sollecitazioni che richiedono di concepire un degno riuso funzionale del Belvedere di San Leucio. Per l’ennesima volta, vengono richiesti fondi per il restauro del Bagno di Maria Carolina che viene ciclicamente strumentalizzato, questa volta per approdare all’unico vero obiettivo, la realizzazione di un ristorante nelle Stalle Reali. Un arretramento finanche nei confronti della proposta di un “Enoteca Regionale” che pure fu bocciata.
Diventa quindi essenziale salvare l’ambiente e i beni culturali, architettonici e monumentali del nostro territorio, dall’incuria e dalla grettezza culturale e politica della classe dirigente locale. Allo stesso tempo è indispensabile avviare un tavolo di concertazione con gli imprenditori che, a vario titolo, possono intervenire nella filiera turistica con l’obiettivo di creare quelle sinergie che possono rendere attrattivo il nostro territorio sotto il profilo turistico e rivitalizzare il tessuto commerciale e produttivo del centro cittadino.
Sinistra Ecologia e Libertà – Circolo ‘P. Neruda’ – Caserta