La polizia penitenziaria e il medico della Dozza di Bologna hanno evitato l’introduzione di droga all’interno del carcere. Hanno infatti interpretato bene – spiega in una nota Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del sindacato Sappe, il nervosismo di un uomo di origine nigeriana, arrestato ieri per droga all’aeroporto di Bologna.
E’ stato deciso di portarlo in ospedale, ma prima di uscire ha chiesto di andare in bagno. Invitato a farlo in presenza di agenti, ha espulso 22 ovuli, contenenti pare cocaina, visto che era stato arrestato per lo stesso motivo. In attesa degli esami, e’ stato condotto in ospedale e dalla radiografia e’ emerso che all’interno ha altri ovuli che, per sua stessa ammissione, dovrebbero essere undici. ”Si tratta di uno dei tanti modi in cui la droga entra carcere – scrive Durante – Sarebbe stato davvero grave se tutto quel quantitativo di droga fosse entrato nel carcere della Dozza, dove sarebbe stato sicuramente spacciato ed usato. E’ opportuno intensificare sempre di piu’ i controlli e dotare la polizia penitenziaria di tutti i mezzi necessari, come le unita’ cinofile, previste dal 1995, ma presenti in poche regioni, tra queste non c’e’ l’Emilia Romagna. I tossicodipendenti presenti nelle carceri italiane sono il 25 per cento”.