Aumentano gli scioperi e mutano ‘geneticamente’, trasformandosi sempre più spesso in stop selvaggi senza preavviso. E’ il quadro fosco che il presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi, Roberto Alesse, traccia nella sua relazione annuale, descrivendo “una situazione generale che tende progressivamente ad aggravarsi, i cui esiti rischiano di essere oggettivamente imprevedibili”, tanto che l’Autorità lancia un forte appello al Governo per la riapertura dei tavoli di confronto sulle principali vertenze nazionali.
Gli scioperi proclamati nel 2012 sono stati 2.330, in crescita del 5%, mentre quelli effettivamente realizzati sono stati 1.375 a fronte dei 1.339 del 2011. La causa di “questa elevata conflittualità” è, come al solito, la crisi che porta con sé il mancato rinnovo dei contratti nazionali, le ristrutturazioni aziendali e le difficoltà degli enti locali a pagare i servizi. Proprio due settori locali, come il trasporto pubblico e lo smaltimento rifiuti, sono i più colpiti dai blocchi selvaggi con un centinaio di episodi nel 2012. Non è un caso che siano anche quelli in cui operano in prevalenza aziende municipalizzate, che Alesse porta sul banco degli imputati: “l’inasprimento del conflitto è dovuto anche alle esperienze delle municipalizzate, nate per migliorare la qualità dei servizi non hanno prodotto i risultati sperati: migliaia di società che, operando spesso al di fuori di qualsiasi logica di mercato, hanno generato un indebitamento complessivo di circa 34 miliardi di euro”. Un altro problema sottolineato da Alesse è quello della rappresentanza: “L’esercizio del diritto di sciopero va riconosciuto a tutti, ma bisogna evitare che lo si usi in modo spregiudicato, magari a discapito delle organizzazioni con più consenso”. Per superare questa frammentazione il presidente indica come via quella di dare una ‘blindatura’ legislativa all’accordo tra Confindustria e i maggiori sindacati sulla verifica della rappresentatività sindacale, con il riscontro dei contributi versati e dei consensi ricevuti alle elezioni. Che la situazione sia delicata è confermato anche dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha sottolineato come in Italia, a differenza di altri Paesi come la Grecia, non ci sia scontro sociale aspro, ma che “senza risposte concrete, la situazione potrebbe anche repentinamente cambiare in peggio”. “Dalla relazione – afferma la Cisl – emerge quanto la conflittualità sia essenzialmente legata al mancato rispetto di alcune associazioni datoriali delle scadenze contrattuali. Un esempio per tutti è il Trasporto pubblico locale: il Contratto nazionale dei lavoratori autoferrotranvieri dal 2007 è ancora in attesa del rinnovo”.