Una giornata del genere Roma non la dimenticherà presto. Dopo gli scontri di sabato, durante il corteo degli indignati che hanno messo a ferro e fuoco il centro della città, stamani la Capitale si è svegliata sotto il diluvio: una pioggia battente ed un vento sferzante

che per quattro ore hanno ferito la Città Eterna. Una ferita ancor più profonda e dolorosa per la morte di un giovane cuoco cingalese di 32 anni, affogato nel seminterrato di casa sua, sotto un muro di tre metri d’acqua, all’Infernetto, periferia sud della città. Non è ancora l’alba quando in cielo le nubi cominciano ad addensarsi. Le prime gocce cadono intorno alle 6 del mattino in un crescendo che porta ad un nubifragio da 122 millimetri d’acqua. In tre ore a Roma cade più della quantità di pioggia (87,3 millimetri) che solitamente precipita nell’intero mese di ottobre. Una perturbazione pronosticata sia dai meteorologi sia dalla Protezione civile, ma non di certo di questa intensità: nessuno aveva previsto un nubifragio di questa portata. L’ultimo ricordo di un nubifragio simile, infatti, risale a 50 anni fa, quando, sempre in tre ore, caddero 127 millimetri d’acqua. In poco tempo il traffico dei pendolari finisce nel caos, con autobus a singhiozzo, stazioni della metropolitana A e B allagate, treni locali fermi e auto costrette a chilometriche code lungo le principali arterie della città. Un disagio che mette in ginocchio la Capitale costringendo il sindaco Alemanno a chiedere lo stato di calamità naturale. La presidente della Regione Polverini attende solo la quantificazione dei danni per dare il via libera alla richiesta del Campidoglio. Inevitabili le polemiche politiche con l’opposizione che si scaglia contro l'”incuria” dell’amministrazione Alemanno ed i Verdi che annunciano un esposto alla Procura della Repubblica per disastro colposo. Il Pdl invita a “non strumentalizzare” un evento imprevedibile, mentre l’ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli, attacca Alemanno: “Parla troppo ma non risolve nulla”. Immediata la replica del primo cittadino: “Ripeto – dice -, si tratta di un evento straordinario”. Polemiche a parte, la città ora fa la conta dei danni, al momento non ancora quantificabili. Le sale operative di carabinieri, polizia e vigili del fuoco sono state tempestate di telefonate: decine di migliaia le segnalazioni per guasti, disagi, allagamenti, smottamenti ed alberi caduti. I pompieri mettono in salvo una madre con il figlio a Roma Sud, mentre i carabinieri aiutano una famiglia intrappolata nel suo seminterrato nel quartiere San Lorenzo. La polizia interviene sulla Casilina mettendo in salvo una bambina di due anni, rimasta bloccata in casa assieme alla madre. Diverse scuole hanno provato ad aprire i cancelli, ma poco dopo sono state costrette a mandare gli studenti a casa. Sott’acqua anche parte della città universitaria della Sapienza. Aule allagate, mura sgretolate e pezzi di soffitti caduti in alcuni licei, come l’Orazio, il Socrate e l’Albertelli. Inagibile anche un’intera ala dell’assessorato alla Mobilità. Il centro di Roma diventa off-limits, con la chiusura del Colosseo (allagato come ai tempi di Vespasiano, quando venivano organizzate le battaglie navali), del Palatino, del Foro romano e delle Terme di Caracalla. Cede una parte delle mura di recinzione di Villa Torlonia, transennato un tratto delle Mura Aureliane.

 

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