NAPOLI – Anticipazioni di cassa senza oneri: e’ questa l’intesa raggiunta tra la Regione Campania, le Asl e il sistema bancario, in seguito al blocco dei fondi delle Asl messo in atto, in via cautelativa, dal Banco di Napoli, in veste di tesoriere dell’ente. ”Abbiamo raggiunto l’intesa per il mese di agosto – ha affermato il presidente della Regine Campania, Stefano Caldoro – per garantire i livelli di assistenza e gli stipendi”.

L’incontro di oggi in Prefettura, al quale hanno preso parte i vertici delle Asl, Caldoro, i prefetti delle città campane e i vertici di Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia, ha dunque portato a un primo importante risultato che consente di respirare, nell’attesa di trovare una soluzione definitiva. Il blocco dei fondi delle Asl è conseguente a una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima la legge sull’impignorabilità dei beni delle Asl. Le banche hanno interpretato in maniera restrittiva la sentenza bloccando tutto. ”C’é stata la disponibilità del sistema bancario – ha detto Caldoro – Poi Asl per Asl abbiamo raggiunto gli accordi, superando il problema per agosto”. ”Anche a settembre – ha sottolienato Caldoro – la soluzione sarà la stessa perché non ci sono alternative”. Per risolvere il problema del blocco dei fondi delle Asl ”serve un intervento di natura strutturale”. Stefano Caldoro, presidente della Regione Campana, ha sottolineato che le anticipazioni di cassa a cui si farà ricorso per il mese di agosto, sono ”un primo passo, ma insufficiente”. Il nodo da sciogliere riguarda la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima la legge sull’impignorabilità dei beni delle Asl e che ha portato le banche, in via cautelativa, a bloccare i fondi delle aziende sanitarie, anche quelli relativi a stipendi e assistenza. ”Riteniamo il sistema bancario un partner essenziale del sistema, non una controparte – ha spiegato Caldoro – abbiamo un’opinione diversa come su questo argomento”. Questa diversità, ha spiegato, arriva dall’interpretazione della norma ”che secondo noi è chiara e impedirebbe ai tesorieri di riattivare le procedure di blocco a seguito di una legge, quella dicharata incostituzionale, c’è l’obbligo per i tesorieri di rendere disponibili i fondi senza pronuncia giurisdizionale”. ”Questo vuol dire che per quanto ci riguarda non era possibile riattivare il blocco su procedure estinte – ha aggiunto – mentre le banche hanno fatto valere il dispositivo della Corte in maniera retroattiva”. La posizione delle banche è, ha fatto sapere il presidente della giunta regionale, ”è che dai tribunali arrivano posizioni difformi e non avendo dunque certezza loro cautelativamente fanno blocco totale”. ”Forse quella norma così come è scritta non tutela tutti – ha concluso – le banche non si ritengono tutelate. Serve un dispositivo sui Lea e gli stipendi che non solo li indichino come non pignorabili, ma che lo siano anche senza pronuncia giurisdizionale”.

 

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