“Caro presidente Letta, caro Enrico, ieri hai detto come fosse un atto di fede: ‘In Italia lo stato di diritto funziona’. Ancora: ‘Siamo in uno stato di diritto, non ci sono persecuzioni (traduco: Berlusconi non e’ perseguitato)’. Sii piu’ prudente. Queste parole perentorie si scontrano con la realta’ e il buon senso. Sono anzi proprio false, se permetti”. E’ quanto scrive Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, in una lettera aperta al presidente del Consiglio, Enrico Letta.

“Ti consiglio – prosegue Brunetta – la lettura di un volume del ‘Mulino’ uscito in primavera dal titolo ‘La qualita’ della democrazia in Italia’. Secondo gli autori, coordinati dal professor Leonardo Morlino, i dati oggettivi fanno emergere come la malagiustizia italiana incida pesantemente sulla ‘qualita’ della democrazia in Italia’, rivelandola ‘non in linea con gli standard internazionali di rule of law (stato di diritto, ndr)’. Analisi scientifica, non giudizio politico di Forza Italia. Questa giustizia nuoce alla democrazia”. “Studiosi non certo berlusconiani – sottolinea – affermano: non c’e’ solo la lentezza dei processi, ma ‘la politicizzazione della magistratura, in particolare delle grandi sedi di Milano, Roma, Napoli e Palermo’ a far emergere figure di magistrati caratterizzate ‘da un mix di impunita’, mediatizzazione estrema e politicizzazione senza simili nel mondo occidentale (?) visibilita’ mediatica e personalizzazione’. Ripeto: impunita’, mediatizzazione, politicizzazione senza simili nel mondo occidentale! Altro che Stato di diritto. Ed e’ questo determina una ‘fiducia comparativamente bassa (rispetto all’area Ocse) dei cittadini’ nei confronti delle toghe”. “La diagnosi finale degli studiosi e’ grave: ‘Una democrazia nella quale la funzione giudiziaria si trova ad avere un’agenda estremamente ampia e un raggio di azione che lambisce i limiti della politica non puo’ non rischiare di perdere in legittimita”. E’ ufficiale, e’ un dato di scienza: la magistratura italiana e’ politicizzata. Dille di smettere, presidente Letta!”, conclude Brunetta.

 

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