La Giunta per il regolamento di Palazzo Madama e’ tornata a riunirsi per decidere sulle modalita’ con le quali l’Aula del Senato dovra’ affrontare il caso della decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. Salvo nuovi imprevisti, dunque, oggi si decidera’ se la decadenza dovra’ essere votata a scrutinio segreto, come da prassi, o palese, come chiedono Pd e M5S.

Lo stesso Berlusconi si e’ fatto sentire sulla vicenda chiamando in causa Enrico Letta. “Se volesse, avrebbe un’autostrada per risolvere il problema: basterebbe approvare una norma interpretativa di una riga, che chiarisca la irretroattivita’, la non applicabilita’ al passato della Legge Severino. Letta dica si o no”, ha spiegato. E stamane e’ arrivato il ‘niet’ del premier che, intervenendo a RadioAnch’io, ha spiegato che occorre una “separazione tra singole vicende giudiziarie e la vita del governo”. Bloccare la Severino? “La risposta e’ contenuta nel voto di fiducia del 2 ottobre. Il Parlamento – ha sottolineato il premier – mi ha dato la fiducia con largo consenso. Il pilastro di quel discorso era che l’Italia ha bisogno di ripresa, di stabilita’, e che ci sia separazione tra singole vicende giudiziarie e il destino del governo. E il Parlamento – osserva il Capo dell’esecutivo – ha dato larga fiducia a quel discorso”. La giornata di ieri e’ stata piuttosto movimentata, grazie anche alla pubblicazione delle motivazioni della sentenza con cui il 19 ottobre la Corte d’Appello di Milano, che ha rideterminato in due anni l’interdizione dai pubblici uffici per il leader del Pdl. Nessuno spiraglio dunque. L’M5 ha insistito per accelerare i tempi e fissare il voto in Aula il 5 novembre, richiesta respinta dall’Aula. Del resto e’ stato proprio il Movimento 5 Stelle a mettere in moto il meccanismo di possibile revisione regolamentare e ora, ha spiegato il Pd, e’ necessario che la giunta si esprima prima. Il Pdl e’ partito lancia in resta anche contro il presidente del Senato, Pietro Grasso, accusato di voler “avallare” la modifica del regolamento per aprire al voto palese. Il relatore del Pd, Francesco Russo, ha difeso lo scrutinio palese. “Ci sono solide basi giuridiche”, ha assicurato. Di ben diverso avviso l’altra relatrice, Anna Maria Bernini. “Se domani (oggi, ndr) si decidesse per il voto palese “sarebbe un atto persecutorio e contra personam”, ha assicurato.

 

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