La cooperativa sociale ”Il tappeto di Iqbal” ha notificato un atto di diffida e messa in mora al sndaco di Napoli De Magistris e agli assessori al patrimonio, alla cultura e alle politiche giovanili. Lo rende noto in un comunicato la stessa cooperativa, presieduta da Giovanni Savino. ”Dopo oltre un anno – si legge in una nota – continua a permanere una situazione di assoluta inadempienza da parte del Comune di Napoli in merito a un plesso abbandonato da anni nel quartiere di Barra della VI Municipalità, già affidato al Tappeto di Iqbal per poter svolgere le sue attività per i minori a rischio del quartiere. La diffida e la messa in mora sono un atto responsabile e doveroso da parte di una cooperativa che ha ricevuto il premio dalla commissione europea come miglior progetto di cittadinanza critica Italiana 2013”.

Il Tappeto di Iqbal svolgeva le sue attività sociali all’interno del plesso scolastico Salvemini di Barra che però, dalla fine del 2012, è stato restituito al Comune di Napoli ”dalla nuova preside della scuola – spiega Savino – che non ha rinnovato la convenzione”. Da allora, prosegue Savino ”l’ex edificio scolastico è abusivamente occupato dalla figlia dell’ex custode, con cui noi pure avevamo convissuto per tutto il 2012. Da allora il Comune, nonostante due tentativi di sgombero, non è riuscito a riprendersi il plesso per darlo a noi a cui spetta per legge, visto che il Comune deve riassegnarlo per fini sociali e noi abbiamo diritto di prelazione”. Questo il motivo dell’azione legale della cooperativa contro la giunta. ”Siamo chiamati – spiega Savino – ad un atto responsabile nell’esclusivo interesse di un quartiere devastato dove, a detta di organizzazioni come Save the Children, Libera contro le Mafie e da istituzioni come il Garante per i Diritti Infanzia e Adolescenza, il Tappeto di Iqbal svolge un’azione meritoria e indispensabile”. I membri della cooperativa ricordano che Barra ”registra la percentuale di dispersione scolastica tra i più alti della città, con dati preoccupanti anche sullo sfruttamento minorile da parte della criminalità organizzata”.

 

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