C’è anche una severa critica alla Prefettura di Caserta, con il suggerimento alla DDA di realizzare approfondimenti investigativi, nell’ordinanza di custodia cautelare che questa mattina ha portato all’arresto di nove persone per l’appalto sulla raccolta dei rifiuti che il Comune di Santa Maria a Vico ha aggiudicato, nell’ottobre 2013, alla ditta “Fare L’Ambiente” dell’imprenditore Angelo Grillo, in cella perché ritenuto vicino al clan Belforte di Marcianise. Il Gip Isabella Iaselli ricostruisce i vari passaggi che hanno portato all’aggiudicazione dell’appalto e i “ritardi” dell’Ufficio Territoriale di Governo, retto dal prefetto Carmela Pagano, nel rispondere al Comune su eventuali preclusioni antimafia dell’azienda. Il 26 luglio 2013 il Comune invia (con protocollo numero 9756) alla Prefettura richiesta di informazioni antimafia relative alla ditta ausiliaria New Splash, cui “Fare L’Ambiente” si è avvalsa nella procedura di gara perché priva di alcuni requisiti (cosiddetto avvalimento); “tale nota – scrive il Gip – è stata ricevuta dalla Prefettura di Caserta in data 31.07.2013”, ma al 4.10.2013, giorno in cui fu firmato il contratto d’appalto, “non era pervenuta alcuna risposta per cui il contratto veniva stipulato con riserva dando tuttavia immediata esecuzione al medesimo”. “La risposta – scrive ancora la Iaselli – viene data dalla Prefettura solo in data 22.11.2013, ovvero all’esito della esecuzione della ordinanza di custodia cautelare (il 7 novembre 2013, ndr) a carico di Grillo Angelo e dei figli Giuseppe e Roberto. Eppure nella stessa nota con la quale (la Prefettura, ndr) dà atto della sussistenza di infiltrazioni mafiose, si fa riferimento alla società New Splash come già destinataria di un provvedimento interdittivo antimafia emesso nel 2008. Tale provvedimento interdittivo è in atti, datato 13.05.2008 e riguarda proprio la società New Splash che pertanto non avrebbe potuto partecipare né direttamente né come ausiliaria alla gara”. Nello stesso periodo i Grillo erano apparentemente scomparsi dalla New Splash ed era subentrata una prestanome, poi indagata. “Senza dubbio – ammette la Iaselli – i Grillo hanno inteso aggirare le preclusioni normative (cambiando l’amministratore e modificando la struttura societaria dalla quale Grillo Roberto esce completamente), ma altrettanto certo è il ritardo della Prefettura nel rispondere (ed il punto sarebbe da approfondire) dal momento che la interdittiva del 2008 riguardava la società e Grillo Giuseppe era fratello di Roberto e figlio del medesimo Angelo, raggiunto da chiamate in correità di collaboratori di giustizia”.