Piedimonte Matese – Da dove viene l’idea di Europa. A che punto siano? E dove andiamo? Tre interrogativi, tre sollecitazioni che hanno fatto da sfondo al convegno, nell’auditorium del liceo G.Galilei di Piedimonte Matese, in occasione della prima giornata del progetto “cittadini d’Europa” promosso dall’amministrazione comunale di Piedimonte Matese. Due storici hanno tessuto una trama di spunti di riflessione individuando una serie di figure rappresentative della storia della traiettoria europeo ed europeistica agitata da spinte centripete di diffidenza o insofferenza allo stato attuale dell’assetto politico istituzionale. A sbrogliare la matassa Federico Marazzi e Guido D’Agostino. Il primo docente di archeologia cristiana e medioevale all’università Suor Orsola Benincaca ha individuato nella parabola di Carlo Magno la figura che ripristinò una fase di unità con l’impero carolingio con alcuni tratti peculiare come l’adesione alla fede cristiana ed il fenomeno della promozione della cultura monastica. Marazzi ne ha tracciato, in sintesi, la vicenda geo-politica, con uno sguardo ai rapporti tra le diverse civiltà, ricostruendone vari passaggi, dopo la scomposizione dell’impero romano , l’avvento dei regni germanici, la conseguente fase fluida e l’affacciarsi del regno dei franchi, di quella “terra tra la Loira ed il Reno che è stata la culla della classe dirigente che ha comandato l’impero carolingio”. Due i fattori di successo : la marcata militarizzazione dei Franchi e la conversione al cristianesimo. Un quadro, quello disegnato dal docente matesino, in cui si è formato quella unità dei popoli che, dopo il disfacimento dell’unificazione carolingia, vedrà, in nuce, configurare l’attuale scenario etno-geografico europeo. Più legata alla fase recente e contemporanea è stata la riflessione di D’Agostino in cui centrale è stato il richiamo all’esperienza intellettuale e politica di Altiero Spinelli :”nel 1941 quando il campo europeo era a ferro e fuoco Spinelli era stato confinato dal fascismo, a Ventotene, lanciò il suo progetto federale degli Stati Uniti D’ Europa come soluzione ai nazionalismi perché le guerre sono figli dei nazionalismi” ha detto il docente emerito della Federico II. Due le scuole di pensiero in campo che, a parere dello storico, che ancora oggi condizionano lo sviluppo del percorso europeo : quello che fa leva sulle risorse della politica( la scuola spinelliana) e quella che fa leva sui meccanismi del mercato e di conseguente “aggiustamento” della sfera più politica , facendo un richiamo al pensiero di Jean Monnet in ordine a quest’ultima prospettiva . “ Ebbene ha vinto Monnet- ha dichiarato D’Agostino- ha vinto il mercato, pur dicendosi fiducioso degli effetti del trattato d Lisbona e della carta dei diritti di Nizza ma la strada è ancora lunga , ci vuole più ed una migliore Europa, non subalterna al consumismo ma solidale ed aperta. Non abbiamo fatto tutti gli sforzi necessari la strada è difficile ma è meglio saperlo : bisogna evitare le scorciatoie. Sarà un gran giorno quando alla domanda dove sei nato non si risonderà in Italia o altro paese ma in Europa”. Quanta strada ancora davanti a noi. Ad introdurre il convegno il sindaco Vincenzo Cappello, il presidente dell’ente Montano , Fabrizio Pepe ed il dirigente scolastico del “Galilei” Enzo Cunti e l’assessore alla cultura e vicepreside Costantino Leuci.
Michele Martuscelli