Dopo quasi sette mesi la Campania esce dalla zona bianca. E di ieri sera, infatti, l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che porterà da lunedì la Valle d’Aosta in arancione e la Campania, appunto, in giallo. Orientamento già nell’aria tanto che ieri pomeriggio De Luca, nel corso della sua diretta settimanale, spiega: «Ricorderete come siamo gli unici in Italia ad aver sempre mantenuto l’obbligo della mascherina. In zona gialla, cambia solo quello». E, infatti, per i campani non ci saranno modifiche. Sul fronte politico, invece, chi pure si aspettava un assopirsi dello scontro tra l’ex sindaco di Salerno e il premier Draghi rimane deluso: «La posizione del governo è offensiva verso la Campania: è stata una cialtronata impugnare di notte la nostra ordinanza sulla scuola», attacca il primo riferendosi all’ordinanza regionale sulla scuola impugnata dal governo davanti a Tar. Per De Luca comunque «bisogna superare il picco di fine gennaio: resistere 15 giorni». «Il governo ha impugnato l’ordinanza alle 22.15 di domenica sera, le scuole si aprivano il lunedì. In questo momento abbiamo in Campania 111 Comuni nei quali non si sono riaperte le scuole e abbiamo – aggiunge – Regioni che hanno prorogato l’apertura dell’anno scolastico, come la Sicilia. Il governo aveva solo interesse a fare un’operazione propagandistica lunedì per poter dire che è tutto aperto. La mia sensazione netta è che nella conferenza stampa fatta dal governo lunedì scorso l’unico obiettivo, quello sostanziale, fosse quello di dimostrare ai cittadini italiani che in Italia va tutto bene: una scelta totalmente demagogica e inaccettabile».

Poi torna di nuovo sull’atto regionale bocciato: «Il governo ha impugnato un’ordinanza estremamente equilibrata e misurata. Le scuole in Campania si sono aperte tutte il 10 gennaio, tranne le elementari, le medie e le materne per una ragione di merito: essendo la fascia di età più bassa e non vaccinata in misura ampia, ci è parso ragionevole prendere due settimane di respiro per ampliare la campagna di vaccinazione e avere poi la scuola in presenza con maggiore tranquillità. Ci siamo trovati di fronte a una posizione del governo nazionale offensiva per la Campania e incomprensibile». Il rancore dei vertici di palazzo Santa Lucia verso Roma, quindi, non sono sopiti ma rimangono inalterati. E nel mirino oltre a Draghi c’è di riflesso il ministro all’Istruzione Bianchi. «Ci tenevo a fare delle puntualizzazioni, non mi piaceva che il governo si presentasse con il volto dei monaci trappisti. E non ho voglia di farmi prendere per i fondelli da nessuno soprattutto se chi paga per decisioni propagandistiche sono i bimbi». E, direttamente a Draghi dice: «È bene fare un bagno di umiltà e atterrare sulla realtà vera. Basta con questa propaganda». Poi avverte i suoi concittadini: «L’obiettivo è arrivare a superare il mese di gennaio, perché è prevedibile che il picco del nuovo contagio sarà a gennaio e dopo scenderemo rispetto alla media dei ricoveri giornalieri. Dobbiamo resistere 15 giorni». Per quanto riguarda i ricoveri ospedalieri, invece «Registriamo ogni giorno ricoveri nel numero di 50-70 pazienti. Se i numeri sono questi, bisognerebbe trovare ogni 10 giorni altri 500 posti letto aggiuntivi perché il numero dei guariti non è mai pari a quello dei nuovi ricoveri». Era dal 21 giugno scorso che la Campania resisteva in zona bianca ma da ieri si aggiunge invece ad altre 14 regioni in giallo. Provvedimento firmato ieri dal ministro Speranza, alla luce del flusso dei dati del monitoraggio di Istituto superiore di sanità (Iss), ministero della Salute e Regioni. Il passaggio, dicevamo, non produce cambiamenti sostanziali nelle attività da quando il governo (con gli ultimi decreti, approvati durante le festività natalizie per arginare la quarta ondata di contagi) ha reso obbligatorio anche in zona bianca l’uso della mascherina all’aperto e esteso l’impiego del super green pass: le differenze con la zona gialla si sono praticamente azzerate. Specie in Campania dove anche permane sino a fine mese il divieto di vendita di alcolici da asporto.

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