Il 19 marzo del 1994 non fu un giorno come tutti gli altri. Non lo fu allora e non lo sarà per il prosieguo della nostra storia. Dall’omicidio di don Giuseppe Diana tutto è cambiato. Ricordare don Diana non è solo fare memoria di una vittima innocente della camorra ma conoscere tutti coloro, uomini e donne, che sono stati uccisi dalla violenza criminale solo perché rappresentavano un ostacolo agli interessi dei clan e delle cosche malavitose.

Fare memoria non può essere solo oggetto di qualche iniziativa ma deve essere un vero e proprio compito che la società si assegna a partire dalla Scuola. Con le scuole chiuse, in Regione Campania, molti giovani potrebbero non sapere e considerare il 19 marzo solo come un giorno di festa senza lezioni. Con le Scuole Aperte, potremo avere la certezza di non perdere lungo il cammino pezzi della nostra storia. Il 19 marzo potrebbe essere il giorno della memoria di don Diana e attraverso lui, parimenti, di tutte le vittime innocenti della camorra. A Scuola in quel giorno, con la sospensione della didattica, potrebbero attivarsi laboratori e seminari in grado di alimentare la cultura della legalità e della responsabilità a partire dalla vita e dai nomi di coloro che sono stati uccisi. Un giorno nel quale tutta la Campania si interroga per capire e per evitare che la camorra continui a fare da padrona nelle nostre esistenze.

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