CASERTA – Un chiaro segnale d’allarme sociale nel settore scuola di Caserta, in particolare nella scuola primaria e in quella dell’infanzia, è stato lanciato questa mattina dalla sede della Cgil Flc di via Verdi, dalla Segretaria confederale Camilla Bernabei e dal Segretario di categoria Enrico Grillo, nel corso di una conferenza stampa, mirata alla diffusione di una situazione, quella relativa alla pubblica istruzione, che si apre ad un futuro poco roseo.

A causa dei recenti tagli operati e dei conseguenti disagi che hanno penalizzato i bambini, con un servizio mensa intermittente e costosissimo, infatti, sono calate drasticamente le iscrizioni nella scuola pubblica, in quartieri che sono notoriamente floridi per popolazione infantile, come il rione Acquaviva e il rione Vanvitelli. Ciò è emerso dai primi rilievi effettuati, dopo la scadenza del termine delle iscrizioni, fissato al 23 febbraio e questa nuova situazione ha fatto emergere in tutta la sua drammaticità le conseguenze di politiche sbagliate, soprattutto a livello locale. Ciò ha portato i genitori a scegliere di allontanare dalla scuola pubblica le famiglie, che si sono sentite costrette a dirigere la loro attenzione verso la scuola privata, che appare di certo più rassicurante. Tutto è avvenuto in seguito al blocco delle mense, ovvero, dopo la scarsa adesione delle famiglie al pagamento di una retta che oscillava tra i 70/90 €, in base al reddito delle famiglie. “Noi siamo su un territorio in cui le scuole private sono più che in ogni altro comune d’Italia – ha dichiarato Camilla Bernabei – Qui i diritti dei cittadini subiscono un nuovo colpo perché in piena crisi le famiglie vengono abbandonate a se stesse. Ne è esempio ciò che si è verificato nel IV circolo, dove alcuni bambini, le cui famiglie non avevano pagato il tiket, alla mensa, sono stati messi nell’angolo ad osservare gli altri che consumavano il loro piatto caldo. Ciò è potuto succedere perché l’Amministrazione comunale non si impegna per i problemi reali della scuola primaria e dell’Infanzia, ignorando i danni che provoca un atteggiamento incurante e rinunciatario. E’ inaccettabile, infatti, che un plesso come il Barducci, nel rione Vanvitelli, possa chiudere per mancanza di iscritti!”. Tra i vari episodi di questi mesi, infatti, ha destato ulteriore sconcerto un precedente dei giorni scorsi, che ha certamente scoraggiato i genitori ad iscrivere i loro figli alla scuola statale. Alcuni di essi, infatti, non potendo sostenere il costo eccessivo del tiket della mensa, avevano provato a prelevare i loro bambini per portarli a casa, all’ora di pranzo, per evitare che si verificasse ancora, ciò che era successo nel IV circolo, di bambini costretti a guardare i loro coetanei paganti che pranzavano a mensa. Purtroppo, però, questi genitori erano stati respinti e avevano dovuto appellarsi alle forze dell’ordine per poter portar via i loro bambini. Una politica confusionaria ed insensibile verso chi, come i più piccoli, meriterebbe il primo posto all’attenzione delle istituzioni, farà saltare, quindi, anche i posti di lavoro di alcuni docenti della scuola primaria e ci saranno danni su più settori, dal momento che a pagare saranno ancora una volta le famiglie che dovranno scegliere – nonostante la crisi – scuole private! “Le scuole private – ha continuato Enrico Grillo – incrementeranno il lavoro nero, grazie ad insegnanti consenzienti che non sembrano avere altra scelta. Non è un caso, infatti, che sul territorio della nostra provincia ci siano ben 400 scuole private. Ma la lotta non è condotta dalla Cgil contro le scuole private e paritarie, bensì essa è mirata a dare il posto che merita alla scuola statale, nel rispetto di un principio egualitario sancito dalla Costituzione”. Un diritto inalienabile, quindi, come il diritto all’istruzione, sancito a piena voce negli articoli della Costituzione Italiana, viene ancora una volta negato. Tra il 2008 e il 2010, infatti, grazie ai tagli operati dalla legge 133 del ministro Gelmini, già si era assistito, a Caserta, ad un calo di 2000 iscritti alla scuola primaria e dell’infanzia, poiché le famiglie avevano chiesto 450 classi a tempo pieno, ma ne erano state autorizzate solo 312. Nel 2011/2012 si contano 345 classi a tempo pieno su 2231. Questo modo di fare naturalmente disattende ogni aspettativa e non tiene conto che se a Milano, ad esempio, il 95% dei bambini usufruisce del tempo pieno, a Caserta ne può usufruire solo il 10%. Le liste d’attesa, a Caserta, per la prima volta sono esaurite e anche i posti dei docenti, già ridotti da 4742 nel 2008 a 4132 nel 2011, subiranno altri tagli, mentre i 5 circoli didattici rischieranno l’accorpamento e le scuole private potranno incrementarsi ulteriormente.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui