SANTA MARIA CAPUA VETERE – Luisa di 23 anni è stata aggredita con un pugno e un calcio dal fidanzato perché non le aveva risposto al telefono. Maria Assunta, 20 anni, è stata presa a calci in testa dal padre perché non aveva portato fuori l’immondizia.

L’ex marito di Annarosa, 30 anni, che insisteva che doveva tornare con lui, perché solo lui poteva decide quando e se potevano lasciarsi, l’ha presa per i capelli e le ha sputato in faccia. Viviana, 21 anni, non esce più di casa, ha lasciato l’università perché ogni volta doveva discutere con il ragazzo; lui le diceva che era inutile che lei studiasse, che era scema e che nella vita non avrebbe combinato nulla e per paura, rassegnazione, isolamento, alla fine ci ha cominciato a credere anche lei che non era niente. La lista è lunghissima: donne e ragazze che ogni giorno subiscono soprusi, aggressioni e a volte sono anche uccise.

La Facoltà di Psicologia della Seconda Università degli Studi di Napoli con i suoi 7000 iscritti di cui l’80% ragazze vuole rafforzare il suo impegno istituzionale sul territorio e aiutare a riflettere su un problema che ha risvolti sociali, giuridici e psicologici e culturali, e lo fa con il Comune di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), attivo in prima linea, con la Procura omonima che ha già siglato un Protocollo e tutte le istituzioni e il privato sociale che si prendono in carico questi problemi, lontano dalle telecamere e dalle prime pagine dei giornali; l’allarma nel casertano non la sola criminalità organizzata, ma anche quelle violenze, spesso in famiglia, fra persone che si conoscono, che mietono vittime su vittime.

Uno spettacolo ‘La Corale dei nomi propri’ della Compagnia ‘Officina Teatro che parla di donne, donne vittime di ingiustizie, di soprusi, di violenze. A seguire un dibattito che partendo dallo spettacolo vuole coinvolgere esperti, rappresentanti di associazioni che si occupano di violenza contro le donne, studenti, cittadini per capire che la violenza abita accanto a tutti noi e spesso ha le chiavi di casa. Domani e’ il 25 novembre, Giornata Mondiale contro la violenza alle donne, un’occasione per ricordarci che ogni tre giorni in Italia viene uccisa una donna dal suo partner o ex e che 1 donna su 4 è vittima di violenza. Quali risposte efficaci perché nessuna debba più subire questo “avverso destino” che ha subito Desdemona? La Giornata venne istituita dall’Onu a seguito dell’uccisione delle tre sorelle Mirabal, assassinate il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana per il loro impegno politico contro l’allora dittatore Trujillo. La Seconda Università degli Studi di Napoli, Facoltà di Psicologia e il Comune di Santa Maria Capua Vetere, In collaborazione con la Procura di Santa Maria Capua Vetere, l’ATS ‘Occhi Aperti’, la cooperativa ‘Eva’ e il comitato ‘Se non ora quando” di Caserta, in occasione di questa giornata organizzano una serata per riflettere e discutere sul tema, al Teatro Garibaldi, Corso Garibaldi, Santa Maria Capua Vetere, alle ore 19.30. Il sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Biagio Maria Di Muro porterà i saluti e aprirà la serata.

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