Sono 3 i medici, tutti specialisti ambulatoriali impiegati nei distretti della Asl Napoli 2 nord, sospesi dal servizio (e dallo stipendio) per non aver saputo giustificare la mancata vaccinazione anti Covid. Gli altri 20 sanitari sono infermieri, operatori sociosanitari, fisioterapisti e ostetriche. Ora tocca ai 600 dipendenti della Asl Napoli 1 e ai 300 camici impiegati nei ruoli della Asl Napoli 3, rispondere alle raccomandate con cui gli uffici del personale delle rispettive aziende hanno chiesto, in prima battuta, spiegazioni sul mancato assolvimento dell’obbligo vaccinale. A Napoli dei 600 individuati privi di copertura vaccinale una cinquantina sono impiegati nei ruoli amministrativi e dunque non a contatto diretto col paziente. Ma anche in questo ambito alcune figure, come un paio di ingegneri clinici e alcuni addetti alla manutenzione, che per motivi di lavoro sono spesso nelle corsie e negli ambienti ospedalieri, devono assolvere all’obbligo. Degli altri 550 bisognerà verificare chi è giustificato per essere guarito dal Covid, ovvero per altre condizioni cliniche. Secondo una stima di massima sono una trentina in tutto i medici della Asl Napoli 1 non vaccinati e una quindicina a Napoli 3 sud. Bisognerà però aspettare che alla prima raccomandata vi sia una risposta negativa alla disposizione a vaccinarsi. Solo al termine dell’iter, per i recidivi, scatteranno dunque le sanzioni.

Tutti i nominativi sono stati criptati e codificati con numeri e sigle anche a seguito alle diffide di uffici legali che hanno scritto sin dallo scorso aprile alla Regione, agli Ordini e alle Asl. La Regione Campania ha pertanto prima chiesto ai rispettivi Ordini i codici di tutti gli iscritti. Poi le Asl hanno individuato le altre figure sanitarie di dipendenti privi di un Albo (come gli operatori sociosanitari o i dipendenti dei fornitori di beni e servizi). Quindi sono stati fatti i controlli incrociati degli immuni presenti sulla piattaforma informatica Sinfonia individuando infine la lista dei non vaccinati. A questo punto sono partite le prime raccomandate delle Asl con l’invito all’interessato a produrre, entro cinque giorni dalla ricezione dell’invito, la documentazione comprovante l’effettuazione della vaccinazione ovvero i giustificati motivi dell’omissione o il differimento. In questo lasso di tempo è stato sempre possibile presentare la richiesta di vaccinarsi. Nei tre giorni successivi bisogna presentare un certificato vaccinale. In caso di mancata risposta la Asl invita nuovamente e formalmente l’interessato a vaccinarsi indicando modi e tempi entro i quali adempiere all’obbligo. Solo alla luce della accertata inosservanza la Asl, come ha poi fatto la Napoli 2 nord, fa scattare la sospensione dal servizio e la notifica all’Ordine professionale di appartenenza. L’Asl può anche in alternativa disporre l’impiego in mansioni, anche inferiori, che non implicano contatti interpersonali o non comportano il rischio di diffusione del contagio. Tutti passaggi che la Asl Napoli 2 ha già esperito fino a sospendere dal servizio 23 sanitari di cui 3 medici fino all’assolvimento dell’obbligo vaccinale.

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