La crisi economica fa ingrassare. Le ristrettezze finanziarie delle famiglie infatti spingono a comprare sempre piu’ “cibo spazzatura”, poco costoso e altamente calorico, con il conseguente aumento dell’obesita’. A evidenziare tale situazione, i risultati del progetto Idefics, finanziato dalla Comunita’ Europea, sullo stato di salute e lo stile di vita dei bambini in eta’ scolare e pre-scolare in otto paesi dell’Unione, tra cui l’Italia, dove lo studio e’ stato coordinato dall’Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa) del Cnr di Avellino.

I risultati sono stati riportati dal notiziario Almanacco della Scienza redatto dall’ente italiano. “Il significativo rapporto tra le condizioni socio-economiche delle famiglie e il sovrappeso e l’obesita’ dei bambini, si manifesta con particolare gravita’ nei nuclei familiari a basso reddito, nei migranti e nelle famiglie mono-genitoriali”, ha spiegato Alfonso Siani dell’Isa-Cnr. “Le cause, seppure ancora in corso di valutazione, possono essere essenzialmente ricondotte – ha aggiunto – all’aumento del consumo di cibi poco costosi e altamente calorici, il cosiddetto ‘cibo spazzatura’, alla riduzione del consumo di frutta e verdura, alla contrazione del reddito disponibile per l’attivita’ fisica dei bambini, che si somma, particolarmente in Italia, alla cronica carenza di spazi verdi e piste ciclabili”. A rischio anche gli anziani, particolarmente quelli con pensioni minime. “Ad avere meno soldi da spendere nell’alimentazione – ha spiegato Siani – sono pero’ anche altre categorie deboli quali diabetici, nefropatici, celiaci, che con la riduzione delle prestazioni conseguente all’aumento della spesa sanitaria hanno maggiori difficolta’ nel seguire i regimi dietetici necessari a una corretta gestione della loro patologia”. La contrazione del reddito disponibile, quindi, induce molte famiglie all’acquisto di prodotti di bassa gamma e a scegliere il fast food come principale possibilita’ per consumare un pasto fuori di casa.

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