E’ Tsakhia Elbegdorj, presidente della Mongolia, “l’abolizionista dell’anno” premiato dall’associazione ‘Nessuno tocchi Caino’. Si tratta di un riconoscimento conferito ogni anno a chi piu’ di ogni altro si e’ impegnato sul fronte dell’abolizione della pena di morte.

Da qui, la scelta del capo di Stato mongolo che il 14 gennaio 2010 ha introdotto una moratoria delle esecuzioni. In quell’occasione, Elbegdorj si presento’ davanti al parlamento affermando che tale punizione toglieva dignita’ al Paese e sostenne la necessita’ di seguire l’esempio della “maggioranza delle nazioni del mondo che hanno scelto di abolirla”. Undici mesi piu’ tardi, il 21 dicembre 2010, la Mongolia per la prima volta voto’ a favore della risoluzione per una moratoria universale sull’uso della pena di morte all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La presa di posizione di Elbegdorj e’ in linea con il personaggio, il primo presidente del Paese a non provenire dalle fila del Partito Rivoluzionario del Popolo Mongolo ma al contrario salito alla ribalta delle scena politica come uno dei leader delle proteste pacifiche che nel 1990 misero fino a oltre 65 anni di dominazione comunista. In qualita’ di parlamentare, Elbegdorj, che ha compiuto una parte degli studi in Occidente ed ha fondato il quotidiano Ardchilal (‘Democrazia’), ha partecipato alla stesura della nuova Costituzione della Mongolia, nella quale sono stati inseriti richiami ai diritti umani ed e’ stata introdotta democrazia e libero mercato. Nel 2000 ha fondato il Mongolia’s Liberty Center, una Ong per i diritti umani, l’educazione e la liberta’ d’espressione. Il premio dell’associazione verra’ consegnato al presidente mongolo a Roma in ottobre, in occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte.

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