Costerebbe mediamente 136 euro l’anno a famiglia la reintroduzione dell’Ici sulla prima casa; 185,40 euro per un casa accatastata in A/2 e 86,62 euro per una casa in A/3. E’ quanto emerge da un’indagine del servizio Politiche Territoriali della Uil che ha elaborato una stima del possibile costo dell’imposta comunale sugli immobili nelle 104 citta’ capoluogo di Provincia.

Il ritorno dell’Ici, calcola ancora il sindacato, qualora venisse reintrodotta l’imposta con le attuali regole, produrrebbe per i Comuni un gettito totale di circa 3,7 miliardi di euro, equivalenti al 41% dell’attuale gettito Ici (9,1 miliardi di euro), portando cosi’ complessivamente nelle casse dei Comuni oltre 12,8 miliardi di euro. Per le famiglie, ovviamente, l’onere cambierebbe da citta’ a citta’. A Bologna, infatti, la reintroduzione dell’Ici sull’abitazione principale peserebbe mediamente 416,85 euro a famiglia (540,45 per un’abitazione in A/2 e 293,20 euro in A/3); a Roma 407,95 euro (482,90 in A/2 e 333,00 in A/3); a Firenze 395,05 euro (427,60 in A/2 e 362,50 in A/3) a Milano 393,00 euro (495,00 in A/2 e 291,00 in A/3); a Genova 282,35 euro (375,90 in A/2 e 188,80 in A/3). E ancora: a Napoli 218,50 euro (233,00 in A/2 e 204,00 in A/3); a Trieste 207,87 euro (268,90 in A/2 e 146,85 in A/3); a Torino 191,75 euro (302,00 in A/2 e 81,50 in A/3); a Bari 173,30 euro (213,60 in A/2 e 133,00 in A/3); ad Aosta 172,60 euro (237,70 in A/2 e 107,50 in A/3; a Palermo 121,65 euro (157,30 in A/2 e 86,00 in A/3). Imposta decisamente light a Cagliari, dove peserebbe mediamente 35,50 euro (55,00 in A/2 e 16,00 in A/3); a Catanzaro 41,10 euro (66,20 in A/2 e 16,00 in A/3); a L’Aquila 51,97 euro (72,95 in A/2 e 31,00 in A/3); a Campobasso 56,05 euro (92,60 in A/2 e 19,50 in A/3); a Bolzano 57,20 euro (92,60 in A/2 e 21,80 in A/3); a Trento 62,30 euro (94,40 in A/2 e 30,20 in A/3); a Perugia 79,60 euro (99,80 euro in A/2 e 59,40 in A/3); ad Ancona 83,80 euro (113,60 in A/2 e 54,00 in A/3); a Venezia 95,60 euro (143,40 in A/2 e 47,80 in A/3); a Potenza 107,87 euro (142,80 in A/2 e 72,95 in A/3). Stesso peso in media anche nelle citta’ medie e piccole. A Rimini, denuncia ancora la Uil, l’Ici sulla prima casa peserebbe mediamente 386,60 euro ; a Pisa 355,90 euro ; a Verona 338,90 euro ; a Ferrara 268,65 euro ; a Benevento 262,75 euro; a Padova 262,70 euro; a Cosenza 226,15 euro; a Salerno 224,77 euro; a Taranto 214,62 euro. E’ invece a Reggio Calabria che l’Ici peserebbe mediamente meno sulle famiglie con 17,50 euro; a Lecce 18,47 euro ; a Teramo 27,50 euro; a Messina 31,50 euro; a Crotone 32,80; a Trapani 41,70 euro; a Viterbo 42,50 euro; ad Asti 43,40 euro; ad Oristano 52,10 euro; a Vibo Valentia 55,10 euro; a Lucca 55,97 euro. E non e’ finita qui’, avvisa ancora il sindacato: un ulteriore effetto di inasprimento sarebbe possibile se si considera che i Comuni, dal prossimo anno, potranno deliberare una nuova ”imposta di scopo” per la realizzazione di opere pubbliche, facolta’ inserita nel decreto sul Federalismo municipale. Si tratta di un’addizionale di imposta (0,5 per mille sulla base imponibile ICI) che oggi esclude l’abitazione principale. Inoltre, dice ancora la Uil, il decreto correttivo del fisco municipale che prevede la ”service tax”: una reintroduzione ”mascherata” dell’Ici sulle prime case con un’aliquota del 2 per mille che gravera’ su chiunque occupi un immobile adibito ad abitazione, comprese le famiglie in affitto, e che servira’ per finanziare servizi generali dei Comuni (illuminazione pubblica, polizia locale, anagrafe ecc.).Per tutto questo, dunque, la Uil boccia l’ipotesi di una reintroduzione dell’Ici prima casa ribadendo come la strada maestra, “non piu’ rinviabile” resti l’attuazione rapida della delega per la riforma fiscale, per un solo obiettivo; “ridurre le imposte per i lavoratori dipendenti e pensionati”.

 

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