”Il Museo Madre non e’ mai stato cosi’ pieno di attivita’ da quando e’ nato. Abbiamo mostre bellissime, come Melotti e l’Arte Povera, siamo aperti con orari prolungati e per la prima volta anche a Capodanno”. Non ci sta a parlare di un ‘caso Madre’ Pierpaolo Forte, presidente della fondazione Donnaregina, dopo il clamore seguito alla lettera diffusa in rete del direttore e ‘fondatore’ del giovane ma prestigioso museo di arte contemporanea napoletano Eduardo Cicelyn che ha denunciato il suo licenziamento annunciando ricorsi. ”Viviamo una fase di transizione, stiamo provando a rendere questo museo una istituzione piu’ autonoma dalla politica. La risoluzione del contratto di Cicelyn (che ha avuto un preavviso di 10 mesi, ndr) non e’ sanzionatoria anche se i motivi ci sarebbero stati’, spiega Forte suscitando l’immediata risposta di Cicelyn. ”Certe accuse – dice l’ex direttore – gettano ombre sul futuro mio dei miei collaboratori e del museo. Ho lavorato sin dal 2009 sull’abbattimento dei costi con risultati certificati dai bilanci. L’unico contratto privato che questo cda ha voluto stracciare e’ quello del direttore generale”. E sulla paternita’ politica della sua nomina negli anni di Bassolino spiega in una nuova lunga lettera al Presidente della Fondazione che fa capo alla Regione Campania da cui dipende il museo Madre.: ”Il Madre non esisteva sette anni fa, quando mi fu chiesto di progettare un museo d’arte contemporanea e non so se e’ chiara la differenza tra chi realizza qualcosa di unico e chi va ad occupare un posto di origine politica qual e’ il presidente di un ente la cui nomina e’ competenza della giunta regionale”. Forte da parte sua insiste: ”Non vorrei parlare sempre di quattrini, se ci sara’ un ricorso andra’ per la sua strada e Cicelyn avra’ tutto quello che gli spetta, non una lira in meno ma neanche in piu’. Lo stipendio annuale del direttore e’ di 200mila euro, troppi per una fondazione che ha fondi per un milione”. Intanto ad inizio anno dovrebbe essere pronto il bando (”con evidenza pubblica, sara’ una novita’ nel mondo dell’arte, vogliamo dimostrare che qui in Campania si possono fare le cose per bene”) per il prossimo direttore ‘che non sara’ piu’ figlio di una scelta politica”. Ma se i grandi donatori, da Clemente a Palladino, come minacciato gia’ ad inizio del 2011, con la chiusura dell’era Cicelyn volessero ritirare davvero le loro opere date in comodato d’uso al museo di fatto svuotandolo? ”Mi auguro che non succeda – dice Forte – sono certo del senso di responsabilita’ di Cicelyn e comunque sarebbe logico che ogni artista decidesse conoscendo prima il nuovo direttore e il comitato scientifico”.

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