NAPOLI – Migliori risultati, minor tempo sotto i ferri e in degenza post-operatoria, nonche’ un notevole risparmio per il sistema sanitario. Sono i vantaggi di una nuova tecnica chirurgica per le anomalie congenite e le malattie degenerative della colonna vertebrale sperimentata oggi all’ospedale “Cardarelli” di Napoli.

Il nosocomio partenopeo, che per la prima volta in Italia ha ospitato un intervento di questo genere, e’ diventato anche sede del gruppo di formazione permanente che con due operazioni dimostrative al mese contribuira’ a diffondere questa tecnica tra i neurochirurghi di tutta Italia. Sono stati due i pazienti a sottoporsi all’intervento. Una dozzina i medici attorno al tavolo operatorio, una equipe di rango europeo coordinata dal francese Gilles Norotte dell'”Hospital Intercommunal des Alpes du Sud – Gap”, creatore di questa tecnica, affiancato da Claudio Fiore primario di Neurochirurgia dell’ospedale San Giovanni – Addolorata di Roma, da Michele Carandente, primario di Neurochirurgia al Cardarelli e da altri dieci medici napoletani e romani. Alla base di questa nuova tecnica ci sono due innovazioni: l’approccio chirurgico anteriore con paziente in posizione supina e l’utilizzo di una nuova cage (gabbietta, ndr.) che sostituisce le invasive vecchie placche con i chiodi. L’efficacia dell’operazione cresce, come dimostrato oltre 500 interventi di Norotte in Francia, e sale all’85% degli interventi effettuati. In piu’ si riducono i tempi delle operazioni, dalle 2 o 3 ore per livello a circa 60 minuti, e i giorni di degenza post-operatoria. Con le cage di ultima generazione, inoltre, si possono operare pazienti con osteoporosi, data l’eliminazione dei chiodi di fissaggio. “Sono molto soddisfatto di come sono andati questi primi due interventi – dice Carandente – e’ un approccio chirurgico totalmente nuovo. Di solito operiamo in spazi ristrettissimi, spesso con il microscopio, invece con questa tecnica lavoriamo in un campo aperto, evitiamo il danno ai muscoli paravertebrali lombari e la posizione supina del paziente rende tutto piu’ semplice, soprattutto per quelli anziani o con patologie cardiocircolatorie e respiratorie”. A fine gennaio si terra’ un altro intervento dimostrativo con Norotte e poi andra’ a regime il progetto di formazione permanente.

 

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