POMIGLIANO D’ARCO – ”Marchionne offende gli operai equiparandoli a macchine, a pezzi meccanici inerti da lui diretti ed assemblati”: e’ il commento di Vittorio Granillo, del coordinamento nazionale dello Slai Cobas, commentando il telone pubblicitario esposto nello stabilimento Fiat di Pomigliano, con la scritta ‘noi siamo quello che facciamo’, sul quale i contorni della Panda sono operai stilizzati. ‘

‘La Fiat ed i suoi cantori – aggiunge – vogliono trasformare gli operai in merce per produrre merci. L’infelice slogan offende i lavoratori Fiat in Italia e nel mondo”. Granillo, inoltre, riferendosi alla tre giorni organizzata per la presentazione alla stampa della vettura dal 13 al 15 dicembre, sottolinea che ”e’ un paradosso che per lanciare il nuovo modello si mobilitano circa un migliaio di giornalisti ed in fabbrica lavorano oggi al montaggio appena 300 operai, con altri 200 tecnici tra capireparto, direttore di stabilimento, addetti al personale ed ingegneri vari”. Secondo il sindacalista per produrre la vettura non saranno necessari tutti gli operai attualmente in forza al gruppo Fiat.

 

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