SANT’ANASTASIA – ‘Non voglio costruire altre case, voglio dare la possibilita’ a chi ne ha diritto di abbattere e ricostruire. Ma non possiamo negare a nessun cittadino di abbattere la propria casa per non vedersela crollata addosso e ricostruirla secondo parametri moderni e antisismici”. E’ quanto ha affermato Carmine Esposito, sindaco di Sant’Anastasia (Napoli), uno dei 18 comuni della cosiddetta ‘zona rossa’ ad alto rischio vulcanico, nel corso dell’ultimo incontro con consiglieri comunali, imprenditori, rappresentanti di cooperative, associazioni e cittadini, per discutere del Piano urbanistico comunale (Puc

). La fascia tricolore ha chiesto a gran voce a tutti di unirsi a lui per chiedere alla Regione Campania il Piano strategico operativo, per evitare che il paese ”soffochi senza poter fare il PUC e programmare lo sviluppo, previsto e richiesto pure dalla legge 21 sulla zona rossa”. Una richiesta che ha riscosso il consenso di tutti, dopo una serie di convegni e di scontri politici, e che sembra aver convinto anche i rappresentanti del centrosinistra sull’importanza del Pso, specificando l’importanza della legge 21 regionale, quella relativa ai vincoli per la zona rossa. ”La legge – ha spiegato Esposito – prevede che la Regione si doti del Pso, ed avrebbe dovuto farlo entro sei mesi dall’entrata in vigore della stessa, per consentire a Provincia e comuni di programmare opere pubbliche e sviluppo. Se non lo fa condanna a morte i nostri territori”. Esposito, infine, ha battuto sull’opportunita’ data dalla legge di abbattere le case antiche e fatiscenti, o bisognevoli di interventi radicali, per poi ricostruirle: ”Non voglio costruire altre case – ha ribadito – voglio dare la possibilita’ a chi ne ha diritto di abbattere e ricostruire”.

 

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