Le parafarmacie sono parte integrante del sistema sanitario, sono considerate un servizio essenziale, eppure risultano tagliate fuori dal circuito dei tamponi Covid. L’estensione di questo servizio, anche all’interno delle parafarmacie, potrebbe essere la giusta strada da percorrere per andare incontro alle esigenze dell’utenza «Sarebbe molto utile per decongestionare il traffico che si crea all’esterno delle farmacie» sottolinea Carmine Nazzaro, titolare della parafarmacia Nazzaro in via Santo Stefano al Vomero, che evidenzia quanto si sarebbe rivelato incisivo il loro aiuto «soprattutto durante il periodo delle festività quando le lunghe file non hanno fatto altro che irritare l’utenza», oltre che a rallentare il servizio e aumentare l’ingente carico di lavoro dei colleghi farmacisti. Per legge all’interno delle parafarmacie è prevista la presenza di un farmacista «che ha le stesse competenze di un farmacista che lavora in farmacia – chiosa Nazzaro – quindi non vedo quale sia la motivazione che impedisce di eseguire i tamponi nelle parafarmacie» che non avrebbero problemi nemmeno per la questione della trasmissione dei dati. «Abbiamo gli stessi software di gestione utilizzati dai colleghi delle farmacie, quindi non c’è alcun impedimento tecnico che possa ostacolare il passaggio dati». Anche la privacy sarebbe tutelata con il Regolamento generale sulla protezione dei dati sensibili: «Seguiamo tutti i protocolli per tutelare la privacy del cliente», conclude. È giusto ricordare che le parafarmacie già aderiscono al sistema Ts (tessera sanitaria), quindi la questione sulla trasmissione dei dati inerenti ai tamponi si riduce a una mera formalità, non sarebbe nemmeno necessaria una piattaforma a parte. Da quanto appena esposto si deduce che non persiste alcun problema legato personale, né tantomeno tecnico, inoltre si troverebbero delle soluzioni – per chi ne necessita – anche per offrire strutture idonee all’esecuzione dei tamponi «Si potrebbe allestire un gazebo esterno o prendere un locale adiacente. Insomma le possibilità non mancano», spiega Concetta Re, titolare della parafarmacia in via Guido De Ruggiero.

Si evince che la decisione di estendere i tamponi anche nelle parafarmacie, dipenda esclusivamente da una scelta politica perché, nonostante la piena emergenza, centrodestra e Iv hanno bocciato l’emendamento che avrebbe consentito l’estensione dei tamponi Covid nelle parafarmacie. Sono cinque gli emendamenti bocciati fino ad oggi. E in assenza di una legge che spiani la strada alle parafarmacie – al momento vincolate dal poter eseguire tamponi – poco conta se in Lombardia il centrodestra ha detto sì (con voto segreto) alla mozione del Movimento 5 Stelle. Sono circa 5000 le parafarmacie presenti in Italia, e dalle voci ascoltate risuona forte il malcontento dei farmacisti napoletani che ne operano all’interno. Si sentono trattati come una categoria di serie B «Ci sentiamo messi in seconda fila – commenta Maria Paola Biondi, titolare della parafarmacia Biondi in Vico Acitillo – Spero che al più presto questa differenza tra farmacisti di farmacie e parafarmacie venga abolita perché ad accomunarci è la stessa laurea, gli stessi diritti, le stesse tasse e lo stesso Ordine». Le parafarmacie dispensano di dispositivi di sicurezza come le mascherine, gli igienizzanti, tamponi fai da te, ma risultano bloccati nell’erogazione del Green pass. Un vincolo che rappresenta un’ulteriore disparità: «Mentre le altre attività commerciali possono stampare il Green pass, noi non possiamo farlo – spiega Maria Paola – perché pur avendo un software dove poter cliccare sulla voce Green pass, l’utente ci risulta non abilitato. E questo è un altro punto a nostro sfavore, un’altra disparità, un’altra messa in secondo piano per la nostra attività e il nostro servizio», conclude.

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