Una persona infettata dalla variante Omicron di Sars Cov-2 ha tra il 31% e il 45% in meno delle probabilità di andare al pronto soccorso rispetto a un contagio di variante Delta e tra il 50 e il 70% in meno di essere ricoverato in ospedale. Lo dice uno studio dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito pubblicato sul British Medical Journal. L’analisi ha anche scoperto che Omicron ha maggiori probabilità, rispetto alle varianti precedenti, di reinfettare le persone che avevano precedentemente avuto il Covid-19: il 9,5% degli infetti, infatti, l’aveva già avuto. Ma, spiegano gli studiosi, è probabile che questa cifra sia sottostimata perché alcuni pazienti non sono consapevoli di aver avuto precedenti infezioni asintomatiche. Un altro studio condotto dagli studiosi dell’Imperial College di Londra aveva già evidenziato effetti meno gravi, analizzando nelle prime settimane di dicembre i dati di 56.000 casi di variante Omicron e 269.000 di Delta. I ricercatori avevano stimato che le persone affette da Omicron hanno tra il 15 e il 20% in meno di probabilità di andare in ospedale e tra il 40 e il 45% di probabilità in meno di essere ricoverate per una notte rispetto agli infetti della variante Delta. Il rischio di ricovero ospedaliero è stato lo stesso tra le persone che si erano infettate con la Omicron e che avevano ricevuto due dosi di vaccino rispetto a quelle infettate dalla Delta. Il lavoro afferma che i dati continuano a mostrare una minore efficacia contro i casi sintomatici di variante Omicron. Sebbene due dosi vaccinali siano meno efficaci rispetto alla variante Delta, una dose di richiamo migliora la protezione, che però può diminuire «più rapidamente» contro Omicron rispetto alla Delta, visto che è «inferiore di circa il 15-25% a partire da 10 settimane dopo il richiamo». I ricercatori britannici sottolineano che è ancora troppo presto per stimare l’efficacia vaccinale contro i ricoveri in ospedale, ma «è probabile che ciò si mantenga, in particolare dopo un richiamo». Un lavoro condotto in Scozia ha notato come il richiamo vaccinale con la terza dose è arrivato a ridurre del 57% il rischio di sintomi della Omicron.

La variante Delta è dimostrata contagiosa due volte in più rispetto alle varianti precedenti. Ad oggi la Omicron sembra ancor più contagiosa e, secondo gli studiosi, diventerà la variante predominante. Stando a una stima dei Cdc, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti d’America, nello scenario di crescita più rapida potrebbe avere una trasmissibilità intrinseca maggiore di 1,6 volte rispetto alla Delta. Alcuni studi dicono di sì, ci sono differenze. Una ricerca pubblicata su Oto Open e condotta dall’Università di Abuja (e che ha fatto una revisione su lavori condotti in precedenza) ha dimostrato che 27 studi su 32 hanno riportato una prevalenza di perdita dell’olfatto, del gusto o di entrambi i sensi, con una perdita dell’olfatto segnalata in 27 ricerche nel 48,47% dei casi. La perdita del gusto è stata segnalata in 20 studi, con una prevalenza aggregata del 41,47%, mentre in 13 studi è stata notata una perdita di olfatto e gusto del 35,04%. Un lavoro dell’Istituto norvegese di Sanità pubblica e dell’Ospedale universitario di Oslo in un piccolo focolaio di Omicron ha notato che solo il 23% ha avuto la perdita del gusto e il 12% quella dell’olfatto. Un altro studio realizzato dai ricercatori dell’Università di Hong Kong ha anche dimostrato un impatto diverso su bronchi e polmoni della variante Omicron, che si moltiplica nei bronchi 70 volte più velocemente della Delta. Altrettanto non fa nei polmoni: Omicron si replica dieci volte più lentamente nei polmoni e questo, secondo i ricercatori, farebbe pensare a una minore gravità della patologia. Stando alle ricerche condotte i sintomi più comuni sono la stanchezza, il mal di testa, la gola irritata, la tosse secca il raffreddore e la sudorazione notturna. La variante Omicron è stata individuata nella prima volta in Sudafrica e sarebbe mutata tra questo Paese e il Botswana. La variante Delta, invece, è stata identificata in India.Ci sono diverse tecniche per cercare di rallentare l’aumento dei casi. Meno il virus circola, minore è il rischio che possa mutare. Oltre al vaccino, disponibile gratuitamente in Italia, è importante indossare una mascherina (anche all’aperto). Se si viaggia sui mezzi pubblici deve essere di tipo Ffp2. Bisogna mantenere comunque una distanza di sicurezza, evitare folla e spazi poco ventilati e lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con un gel lavamani. La ricerca scientifica sta confermando che la terza dose rafforza la protezione immunitaria contro il virus Sars Cov-2. Dunque, sebbene siano state notate infezioni in persone vaccinate dopo due dosi, il booster resta consigliato.

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