Il progetto della costituzione della ventunesima regione italiana si appresta a vivere un momento decisivo: dal 20 settembre la Corte costituzionale sta esaminando l’ammissibilita’ del quesito referendario con il quale si chiede la costituzione della Regione del Principato di Salerno. Un progetto, il cui primo firmatario e’ l’attuale presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli, e che poggia su ragioni “innanzitutto di carattere economico, poi di carattere politico e storico”. “Le ragioni economiche risiedono nel fatto che, tra Roma e Napoli, versiamo ogni anno una cifra intollerabile”, spiega Cirielli. “Solo sul versamento dell’Irpef – aggiunge – diamo 2 miliardi di euro alla Regione Campania, per non contare poi l’Irap, i carburanti, oltre al fatto che non ci sono i finanziamenti europei o i trasferimenti dello Stato”. Un altro dato, sottolinea Cirielli, e’ “la serie di disastri della politica regionale degli ultimi 20 anni, che tra rifiuti e sanita’ ha causato, soprattutto a noi, un danno economico dal punto di vista del turismo”.

La provincia di Salerno comprende attualmente circa meta’ del territorio della Campania, e rappresenta, spiega Cirielli, “un’unita’ di tipo regionale vecchia di 1500 anni. In questo progetto siamo accompagnati da una serie di ragioni storiche e identitarie, che furono fatte valere anche da Carmine De Martino, deputato salernitano dell’Assemblea costituente che propose la regione salernitana. Fino al 1861, anno dell’Unita’ d’Italia, la provincia di Salerno e’ stata una regione nella sostanza, e con Napoli non c’e’ mai stata un’unita’ amministrativa se non dal 1977, anno della costituzione delle regioni attuali che peraltro non erano forti come lo sono oggi. Perche’ quindi devono contare di piu’ gli ultimi 34 anni rispetto ai 1500 precedenti?”. Il nome sarebbe quello di Principato di Salerno, che riecheggia il passato longobardo, quando comprendeva quasi tutta l’Italia meridionale continentale. “Tutti sanno che Salerno e’ una zona diversa da quella di Napoli, esiste un problema identitario: siamo piu’ efficienti, siamo la quarta provincia d’Italia per raccolta differenziata, abbiamo piu’ bandiere blu di tutti, c’e’ una peculiarita’ identitaria e geografica”, sottolinea Cirielli. In futuro, aggiunge, potrebbe farsi avanti l’idea di un ampliamento ad altre province della Campania: “Ne ha parlato anche Cimitile, presidente della Provincia di Benevento, come opzione possibile quando si parlo’ di sopprimere l’ente che governa”. ”Ho presentato un progetto di legge costituzionale in tal senso – aggiunge -, ma intanto abbiamo portato avanti la proposta di Salerno perche’ il sentimento autonomista rispetto a Napoli e’ molto forte, e c’e’ possibilita’ di raggiungere il quorum al referendum. In ogni caso, un’ipotetica nuova regione con Benevento si potrebbe chiamare Regione dei Due Principati, dato che in passato esisteva il Principato di Benevento, dal quale poi Salerno si e’ separata”. Il caso del Principato di Salerno, intanto, e’ ora approdato alla Corte costituzionale, che per la prima volta si trova ad affrontare le procedure previste dall’articolo 132 della Costituzione per l’istituzione di una nuova Regione. La richiesta, cosi’ come prevede l’articolo, e’ arrivata da oltre un terzo degli abitanti della provincia attraverso i consigli comunali: “Per l’esattezza – spiega Cirielli – oltre il 70% dei cittadini, espressione di 82 comuni su 158. Avevamo bisogno di 350mila elettori rappresentati dai consigli e abbiamo raggiunto 600mila abitanti. Hanno partecipato tutti i comuni del Pdl, quasi tutti dell’Udc e diversi comuni del Pd, un ‘si” trasversale alla prima richiesta di sovranita’ nella storia della Repubblica, oltretutto basata sull’articolo 5 della Costituzione che riconosce e promuove le autonomie. Un referendum con esito positivo non sara’ una cosa che il parlamento potra’ affrontare sottogamba”. La Consulta decidera’ se al referendum parteciperanno solo gli elettori della provincia di Salerno oppure quelli dell’intera Campania. Nel secondo caso, spiega Cirielli, “significherebbe mandare all’aria tutto perche’ nella migliore delle ipotesi il resto della Campania non andrebbe a votare, impedendo cosi’ il raggiungimento del quorum. E’ improbabile che la Corte costituzionale prenda una decisione del genere perche’ non tutelerebbe il nostro diritto di decidere”. L’idea di una sorta di “battaglia contro Napoli”, ricorda Cirielli, “me l’ha fatta venire il sindaco di Salerno, Vicenzo De Luca. Sono 15 anni che la porta avanti, ma non aveva mai pensato a una soluzione giuridica. Ci ha provato candidandosi nel 2010 alla presidenza della Regione, ma non avrebbe risolto nulla perche’ i governatori vengono schiacciati dalle urgenze e dalle esigenze napoletane e finiscono a pensare per forza ai problemi di Napoli piuttosto che al resto”. ”Non ne faccio una colpa a lui cosi’ come non la faccio a Caldoro, che sta cercando di invertire la distribuzione delle risorse tenendo conto anche delle altre Province”, spiega il presidente della Provincia di Salerno. Ma, conclude, “il nostro futuro non puo’ dipendere dai rapporti tra me e Caldoro, tra 20 anni non ci saremo piu’. Sono contento dell’impegno dimostrato dall’attuale governatore, ma noi dobbiamo guardare al futuro”.

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