SESSA AURUNCA – ”Siamo sgomenti e sconvolti. A 48 ore dal suicidio, a Formia, di un assistente capo di Polizia penitenziaria in servizio presso il carcere di Roma Rebibbia, abbiamo appreso di un altro suicidio di un appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria”. Lo rende noto Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo Polizia penitenziaria, Sappe.

L’uomo, 41 anni, sposato e con due figli, si e’ tolto la vita questa mattina nella sua abitazione di Sessa Aurunca, nel Casertano, impiccandosi. ”Non sono ancora chiare – dice Capece – le ragioni che hanno spinto l’uomo a compiere il gesto estremo. Siamo impietriti per questa nuova immane tragedia, anche perche’ avviene a poche ore dal suicidio di un altro collega a Forma e a pochi mesi dalla tragica morte di altri appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio ad Avellino, Mamone Lode’, Caltagirone, Viterbo, Torino e Roma. Oggi piangiamo la vittima di un’altra tragedia che ha sconvolto i baschi azzurri, nell’indifferenza assoluta e colpevole dell’Amministrazione Penitenziaria che continua a sottovalutare questa grave realta’. Noi ci stringiamo con tutto l’affetto e la solidarieta’ possibili al dolore indescrivibile della moglie, dei figli, dei familiari, degli amici, dei colleghi”. Secondo Capece ”dal 2000 ad oggi si sono uccisi circa 100 poliziotti penitenziari, un direttore di istituto e un dirigente regionale. E otto suicidi in pochi mesi sono sconvolgenti. Da tempo sosteniamo che bisogna comprendere e accertare quanto hanno eventualmente inciso l’attivita’ lavorativa e le difficili condizioni lavorative nel tragico gesto estremo posto in essere”.

 

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