CASERTA – E’ finita nel mirino della magistratura contabile la gestione dell’Acms spa, l’azienda casertana di mobilita’ e trasporti commissariata dal 2009 di cui sono azionisti la Provincia di Caserta e 45 amministrazioni comunali. La Procura regionale della Corte dei Conti ha, infatti, inviato 32 inviti a presentare deduzioni, una sorta di avviso di conclusione indagini, ad amministratori e funzionari pubblici e ai vertici dell’azienda, accusati di aver procurato un danno erariale pari a quindici milioni di euro nel periodo che va dal 2006 al 2010.

Le indagini, condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Caserta, hanno fatto luce sull’enorme flusso di danaro transitato dalla Provincia, allora guidata dall’ex presidente di centrosinistra, Sandro de Franciscis, all’azienda gia’ in dissesto; oltre 12,7 milioni di euro elargiti senza alcuna giustificazione perche’ non facenti parte delle somme che l’ente locale doveva corrispondere per il servizio di trasporto reso dalla societa’. Tali soldi, hanno accertato i finanzieri, servivano in pratica per far sopravvivere un’azienda ormai in piena crisi di liquidita’. Nel 2006, quando si insedio’ la giunta De Franciscis, l’Acms presentava un’esposizione debitoria lorda di circa 40 milioni di euro (tra cui 11 milioni verso l’Inps e 17 di Tfr non versati) e un passivo di gestione di due milioni all’anno; fu cosi’ elaborato un piano di ristrutturazione che prevedeva una prima fase tesa a ripianare i debiti, cui sarebbe seguita una gara di rilievo comunitario (del valore di oltre 40 milioni di euro) al fine di aggiudicare il servizio di trasporto pubblico provinciale con i suoi 26 milioni di chilometri vettura. Il piano non passo’ in consiglio provinciale per l’ostruzionismo dei rappresentanti dei comuni di centrodestra ma il fiume di danaro continuo’ a scorrere verso l’azienda, nonostante la situazione finanziaria consigliasse di portare i libri contabili in tribunale. Soldi che spesso, hanno accertato le fiamme gialle, e’ servito ad alimentare gli sprechi in azienda, pari a 2,5 milioni di euro in quattro anni, consistenti in consulenze date a professionisti esterni invece che ai legali dell’Acms, a indennita’ gonfiate, tra premi, straordinari e altri accessori, elargite alla stragrande maggioranza dei lavoratori, almeno 350, di cui una cinquantina risultati poi assenti dal servizio; tra i privilegiati autisti spesso assenti e decine di lavoratori in distacco sindacale annuale, cui gli emolumenti venivano regolarmente corrisposti pur non venendo mai in ufficio. Situazioni su cui sta indagando anche la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Gia’ nel gennaio scorso, la Procura regionale della Corte dei Conti aveva disposto il sequestro conservativo di 48 immobili, 30 conti correnti, 17 autovetture e 5 moto di grossa cilindrata, tutti beni riconducibili alle 32 persone coinvolte, tra cui lo stesso ex presidente de Franciscis, attuale responsabile del Bureau Medical del Santuario Nostra Signora di Lourdes, un suo ex assessore Mimmo Dell’Aquila (attuale segretario provinciale dei socialisti), numerosi consiglieri provinciali, di cui cinque siedono nell’attuale consesso, e’ il caso del politico di Casal di Principe Sebastiano Ferraro, arrestato il 6 dicembre scorso per voto di scambio, alcuni sindaci in carica (Ferdinando Bosco a Casapulla) ed ex primi cittadini (Pasquale De Lucia di San Felice a Cancello ed Emilio Iodice di Curti).

Poi ci sono Gianni Di Caprio, di Casagiove, Giuseppe Fiorillo, il marcianisano Angelo Golino, Luigi Russo, Antonio Marandola, il maddalonese Vincenzo Correra, Renato Ricca di Piedimonte Matese, l’altro marcianisano Angelo Piccolo, Mario Basco, Francesco Barbato, l’ex sindaco di Parete Pietropaolo Ciardiello, il matesino Enzo Di Franco, il maddalonese Vincenco Mataluna, lo sparanisano Amilcare Nozzolillo, Peppe Raimondo, socialista di Grazzanise, il mondragonese Francesco Papa, il dirigente di allora e di oggi Alessandro Diana.

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