Ha risposto alle domande del gip Alberto Capuano il consigliere regionale ed ex sindaco Pd di Villa Literno Enrico Fabozzi, arrestato ieri. Fabozzi ha cercato pero’ di dimostrare di non aver fornito appoggio esterno ai Casalesi, favorendo un ‘sistema’ di potere basato sul voto in cambio di appalti a imprenditori amici del clan.

Durante l’interrogatorio e’ stato assistito dai legali Mario Griffo e Umberto Del Basso De Caro, anche lui consigliere regionale. Per l’accusa, presente il pm Antonello Ardituro. Fabozzi avrebbe spiegato di essere stato vittima di intimidazioni e che gli atti minatori subiti (tra l’altro, al cancello della sua abitazione fu messa una testa di maiale mozzata) hanno fatto seguito al suo rifiuto di incontrare i vertici della fazione del boss Domenico Bidognetti. L’ex primo cittadino ha sostenuto che documentazipone esistente presso il Comune di Villa Literno dimostra l’assenza di assegnazioni di lavori pubblici a soggetti imposti o suggeriti da malavitosi. Ha poi spiegato che con Nicola Ferraro, ex consigliere regionale Udeur arrestato in un’indagine analoga, ha avuto soltanto rapporti politici e, in alcuni casi, di forte contrapposizione, anche perche’ militanti in partiti diversi. Ha poi specificato che Ferraro aveva un credito di 500 mila euro nei confronti del Comune maturato in precedenti gestioni e che ha dovuto ricorrere alle vie legali per contrastare la sua resistenza a pagare, nonostante il riconoscimento giudiziale del credito. A sua difesa ha anche citato che Villa Literno e’ anche stato l’unico caso in provincia di Caserta di amministrazione sciolta per infiltrazioni e poi reintegrata a seguito di decisione del Tar. I legali di Fabozzi depositeranno un ricorso al Riesame sulla misura cautelare e non escludono di chiedere un nuovo interrogatorio al pm per chiarire i fatti contestati e per produrre copiosa documentazione.

 

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