Una rete di strozzini, che praticava prestiti con tassi fino al 400%, è stata scoperta ed arrestata dai carabinieri e dalla Guardia di Finanza al termine delle indagini coordinate dalla Dda di Napoli. I militari delle Compagnie della Guardia di Finanza di Marcianise (Caserta) e dei carabinieri di Montesarchio (Benevento)

hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia presso la procura della Repubblica di Napoli, dal gip del Tribunale partenopeo nei confronti di sei persone mentre per altre due sono stati stabiliti i domiciliari. In manette sono stati Gennaro Ippolito (42 anni) di Caserta; Filomena Migliore (38), di Maddaloni (Caserta); Vincenzo Verlezza (38) di Forchia (Benevento), Angelo Ippolito (66); Angelo Crisci (31); Massimo Migliore (36), questi ultimi tutti di Arienzo (Caserta). Agli arresti domiciliari sono invece finiti Carmela Migliore (32) e Mario Esposito (38), entrambi di San Felice a Cancello (Caserta).

Le indagini, nell’ambito delle quali risulta indagato anche D.D.A., un 41enne di San Felice a Cancello, hanno permesso di acquisire – si legge in una nota firmata da Federico Cafiero De Raho, procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli – indizi nei confronti degli indagati, in un arco temporale compreso tra il 2000 ed il 2010, per reati di usura, estorsione e riciclaggio, aggravati dall’utilizzazione del metodo camorristico, in danno di vari imprenditori locali vessati dal sempre crescenti tassi usurai che, in alcuni casi, hanno raggiunto anche il 400%. “Un’intensa attività usuraia ed estorsiva – sostiene Cafiero De Raho – perpetrata con cadenza quasi giornaliera e caratterizzata da continue richieste vessatorie, da pressioni esercitate sulle persone offese, vittime di gravi e frequenti atti di violenza e di intimidazione, tali da porli in una condizione di paura e di totale soggezione”.

Il timore delle gravi ritorsioni minacciate e le enormi risorse finanziarie richieste a fronte del prestiti elargiti hanno determinato un progressivo aggravarsi della situazione economica dei debitori i quali, seppur inizialmente reticenti, a seguito delle indagini effettuate, che hanno consentito di acquisire elementi di accusa, hanno ammesso i fatti. Nel corso dell’attività sono state effettuate indagini tecniche, quali intercettazioni telefoniche ed ambientali, e bancarie che hanno consentito di accertare come nella consumazione dei delitti sia stato utilizzato il metodo mafioso, che ha costretto le vittime a subire e tacere”. Sei gli imprenditori, operanti tra le province di Caserta e Benevento, entrati da anni nel “vortice dell’usura del sodalizio oggetto del provvedimento”. Contestualmente è stata data esecuzione anche ad un decreto dl sequestro preventivo emesso dallo stesso ufficio del gip nei confronti degli indagati e del componenti il loro nucleo familiare. Sequestrati beni mobili ed immobili, ditte e società, nonché disponibilità finanziarie ai fini della confisca speciale e somme di denaro e altri beni per il valore di circa 400mila euro (corrispondente agli illeciti profitti degli interessi usurari) ai fini della confisca per equivalente. In particolare, sono stati posti sotto sequestro 8 società, 2 ditte individuali, 10 fabbricati, 10 terreni, 4 autoveicoli e disponibilità finanziarie per un valore complessivo pari a circa 5 milioni di euro.

 

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