Il portavoce dell’ala militare di Hamas, Brigate al Qassam, Abu Obeida ha detto su Telegram che durante gli attacchi israeliani alla Striscia sono stati uccisi circa 50 ostaggi a Gaza. “Condanno l’attacco di Hamas contro Israele, la cui brutalità è inaccettabile e non ha spazio in questo mondo. Allo stesso modo, respingo l’attacco di civili indifesi a Gaza da parte di Israele. Il diritto di difendersi non deve e non può permettere un attacco di queste proporzioni, le regole di guerra impongono che i civili devono essere protetti a tutti i costi”. Lo ha detto il presidente dell’Assemblea Generale Onu, Dennis Francis, aprendo la sessione speciale di emergenza dedicata alla crisi in Medio Oriente. Il quale ha chiesto lo stop delle ostilità e “l’immediata apertura di corridoi umanitari per gli aiuti a Gaza”. “Fermate le bombe e salvate vite. Le vite dei 2,3 milioni di civili a Gaza, le vite dei bambini, 3.000 bambini innocenti sono stati uccisi da Israele nelle ultime tre settimane”. Lo ha detto l’ambasciatore palestinese all’Onu Ryad Mansour alla sessione speciale di emergenza dell’Assemblea Generale Onu, parlando con la voce rotta. “E’ questa la guerra che alcuni di voi stanno difendendo? Questa guerra può essere difesa? Questi sono crimini, sono barbarie. Fermatela per le vite che ancora possono essere salvate”. “L’Unione Europea non ha doppi standard” quando si tratta della guerra fra Hamas e Israele. Lo ha detto il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel poco prima dell’inizio del vertice. “Noi crediamo in un sistema basato sui valori e il rispetto delle regole e sia io che i miei colleghi continuiamo a spiegarlo ai nostri partner del Sud Globale”. “Ma c’è chi nel mondo usa questo argomento per attaccare l’Ue e instillare dubbi sulla nostra credibilità: questo momento è importante dal punto di visto geopolitico e la nostra unità sarà la nostra forza nei nostri rapporti con il Sud Globale”. Una salva di razzi è stata lanciata poco fa verso il centro di Israele e nella zona grande di Tel Aviv. Lo ha fatto sapere l’esercito. In aria si sono potute sentire l’eco di forti esplosioni dovute all’intercettazione dei razzi da parte dell’Iron Dome. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che “gli attacchi israeliani contro Gaza hanno raggiunto il livello del massacro” durante una telefonata con Papa Francesco. Lo fa sapere la presidenza di Ankara aggiungendo che, durante il colloquio, Erdogan ha criticato la mancanza di indignazione da parte della comunità internazionale rispetto agli attacchi contro la Striscia. Citando gli aiuti umanitari per la popolazione della Striscia inviati da Ankara, Erdogan ha lanciato un appello per sostenere gli sforzi della Turchia e ha affermato che “la pace permanente nella regione, che ospita i luoghi sacri delle tre religioni monoteistiche, sarà possibile solo con la creazione di uno Stato di Palestina indipendente, sovrano e geograficamente integrato ai confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale”. Il ministro della Sanità turco Fahrettin Koca ha affermato che i servizi sanitari devono essere garantiti nella Striscia di Gaza in una lettera indirizzata al direttore dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus. Nella lettera, Koca ha chiesto che l’Oms adotti “iniziative urgenti e necessarie per garantire i servizi sanitari” soprattutto per i bambini, fa sapere la tv di Stato turca Trt. “Posso confermare che questa mattina si è svolta una conversazione telefonica tra il Papa e il Presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan. La comunicazione, richiesta da quest’ultimo, si è incentrata sulla situazione drammatica in Terra Santa. Il Papa ha espresso il suo dolore per quanto avviene e ha ricordato la posizione della Santa Sede, auspicando che si possa arrivare alla soluzione dei due Stati e di uno statuto speciale per la città di Gerusalemme”. Lo riferisce il portavoce vaticano, Matteo Bruni Il prefetto di polizia di Parigi, Laurent Nuñez, ha annunciato ai microfoni di radio France info l’intenzione di vietare la manifestazione pro-palestinesi prevista per sabato nella capitale francese. Nunez ha dichiarato che le organizzazioni che promuovono la protesta hanno, ”attraverso alcune dichiarazioni”, lasciato intendere una forma di “sostegno ad Hamas”. Tra queste organizzazioni, ha precisato, “ci sono il Capjpo, la rappresentanza del fronte di liberazione della Palestina in Francia o ancora il Nouveau Parti anticapitaliste (Npa)”. Il prefetto motiva il divieto evocando un criterio “morale”, sostenendo che “la turbativa dell’ordine pubblico può essere immateriale”, secondo una sentenza del consiglio di Stato “che risale agli anni Ottanta”. “Il fatto che si possano pronunciare dichiarazioni negazioniste, antisemite o di sostegno al terrorismo rappresenta per noi un problema”, ha sottolineato Nunez. In un parere del 18 ottobre, il Consiglio di Stato francese ha lasciato campo libero ai prefetti per decidere se vietare o meno queste manifestazioni. Il conflitto israelo-palestinese è un tema altamente sensibile in Francia, Paese con la più importante comunità ebraica d’Europa (circa 500mila persone) e circa sei milioni di musulmani. La situazione si è infiammata dopo l’attacco del 7 ottobre scorso di Hamas contro Israele e le successive rappresaglie israeliane nella Striscia di Gaza. Il portavoce militare israeliano ha diffuso il contenuto di una telefonata – registrata – tra un ufficiale dell’intelligence dell’esercito di Israele (unità 504) e un residente della Striscia di Gaza nella quale questi conferma i posti di blocco messi da Hamas per non far andare al sud la popolazione, nonostante gli inviti dell’esercito stesso. “Per la vostra personale sicurezza – dice l’ufficiale – vi chiedo di andare verso Khan Younis”, che si trova nel Sud della Striscia. “Tutte le strade – questa la replica del residente di Gaza – sono bloccate da Hamas che manda indietro la gente”. L’esercito israeliano ha detto di aver condotto “blitz mirati” all’interno del nord della Striscia usando tank” nell’ambito dei preparativi per le “prossime fasi dei combattimenti”. “I soldati – ha aggiunto – sono poi usciti dall’area alla fine dell’attività”. Durante l’incursione nel nord della Striscia l’esercito israeliano “ha localizzato e colpito numerosi terroristi, infrastrutture terroristiche e postazioni di lancio di missili anticarro, e hanno operato per preparare il campo di battaglia”. Lo ha fatto sapere il portavoce militare. Il raid della notte scorsa all’interno della Striscia con i tank e i soldati è il primo del genere dall’avvio delle ostilità. In precedenza erano entrati – e poi usciti – dei commando con l’obiettivo di localizzare ostaggi, individuare corpi di israeliani uccisi durante l’attacco dello scorso 7 ottobre, acquisire informazioni ed eliminare sacche di resistenza sul bordo della Striscia. Almeno 18 persone sono morte e 40 sono rimaste ferite in un raid aereo israeliano mirato contro la famiglia di Yunis Al Astal, membro di Hamas, a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. “Nessun luogo è sicuro” a Gaza tra i bombardamenti israeliani: lo afferma l’Onu. Gli “avvisi anticipati” emessi dall’esercito israeliano alle popolazioni affinché evacuino le aree che intende prendere di mira “non fanno alcuna differenza”: “Nessun luogo è sicuro a Gaza”: lo ha affermato in un comunicato la coordinatrice degli Affari umanitari dell’Onu per i territori palestinesi, Lynn Hastings. L’incursione terrestre nel settore nord di Gaza condotta stamane da forze di fanteria e da mezzi blindati israeliani “rientra nei nostri preparativi per la prossima fase della guerra”: lo ha dichiarato il portavoce militare Daniel Hagari. Nel corso della operazione, durata alcune ore, i militari “hanno ucciso terroristi, e distrutto infrastrutture terroristiche di Hamas. Hanno disinnescato ordigni, e neutralizzato imboscate. Il tutto per preparare il terreno alle prossime fasi della guerra”. Al termine della incursione le forze israeliane hanno lasciato l’area, ha concluso Hagari, ”senza aver subito vittime”. Sono stati più di 250 gli obiettivi di Hamas colpiti da Israele nelle ultime 24 ore. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui sono stati centrati infrastrutture, centri operativi di comando, imbocchi di tunnel e postazioni di lancio dei razzi “piazzati nel cuore di aree civili”. Inoltre, la marina israeliana ha colpito una postazione di lancio di missili di superfice nell’area di Khan Younis, nel sud della Striscia. La postazione – ha spiegato l’esercito – era adiacente ad una moschea e un asilo nido: “Un’ulteriore prova che Hamas usa deliberatamente luoghi civili a fini terroristici”. E’ salito a 1.117 il numero dei morti israeliani identificati. Lo ha fatto sapere la polizia secondo cui del totale i civili sono 808 e 309 i soldati. Il totale dei morti in Israele è di 1.400. E’ salito a 224 il numero aggiornato degli ostaggi ancora in mano di Hamas a Gaza. Lo ha riferito il portavoce militare Daniel Hagari, dopo che ieri aveva menzionato un numero complessivo di 222. Hagari ha spiegato che Israele compie un vasto sforzo operativo e di intelligence per continuare ad acquisire nuove informazioni sulla loro sorte. “La loro liberazione ha per noi la massima priorità”, ha ribadito. Israele sta offrendo “un’opportunità affinchè gli ostaggi siano rilasciati”. Lo ha detto, parlando con la Radio Militare, Michael Herzog, ambasciatore israeliano negli Usa. “Quello che chiediamo – ha spiegato – è l’immediato e incondizionato rilascio di tutti gli ostaggi”. Riferendosi poi alle voci sul fatto che Israele stia dilazionando l’ingresso a Gaza per dare ai mediatori la possibilità di far rilasciare i 222 ostaggi, Herzog ha risposto: “Trattenere ostaggi è un crimine di guerra. Non voglio commentare oltre questo argomento”. Il rilascio di un significativo numero di ostaggi in mano di Hamas a Gaza potrebbe avvenire “in pochi giorni”. Lo hanno detto fonti israeliane e straniere citate da Haaretz. Una di queste ha aggiunto che le due parti sperano di definire l’accordo “in due giorni, forse anche meno in base all’andamento dei negoziati”. Una fonte al corrente delle discussioni ha poi aggiunto che Israele vuole chiudere il dossier al più presto nel timore che il rimanere coinvolti in una guerra all’interno della Striscia ostacolerebbe la possibilità di rilascio degli ostaggi in una fase successiva. “C’è bisogno di una soluzione che garantisca i diritti delle due parti, c’è tanto bisogno di una leadership palestinese autorevole, in grado di difendere il suo popolo. Hamas è il peggiore nemico del popolo palestinese”. Così il presidente della Conferenza Episcopale Italiana e arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi interviene sul conflitto in Medio Oriente a Genova a margine alla 40ma assemblea dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani.

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