Niente carcere, ma neanche niente ritorno alla liberta’, per Francesco Schettino, il comandante della nave Costa Concordia naufragata davanti all’Isola del Giglio il 13 gennaio. Dopo l’udienza di ieri il tribunale del riesame di Firenze ha deciso, oggi, di confermare gli arresti domiciliari sulla scia di quanto ha stabilito il gip di Grosseto Valeria Montesarchio il 17 gennaio scorso, e di rigettare sia il ricorso della procura, che chiedeva il carcere, sia quello della difesa, secondo cui non ci sono gli estremi per i domiciliari.

‘Ora sono piu’ tranquillo. Adesso pensiamo piu’ serenamente a soffermarci sull’esame dei fatti avvenuti”, ha detto Schettino ai suoi difensori, gli avvocati Bruno Leporatti e Salvatore Parascandola, mentre intorno alle due del pomeriggio gli comunicavano l’ordinanza con la decisione del riesame nella sua casa a Meta di Sorrento (Napoli). Schettino, accusato di omicidio plurimo colposo (ad oggi sono 17 i cadaveri recuperati e ci sono ancora da cercare 15 dispersi), di naufragio, di abbandono della nave, per giorni ha comprensibilmente temuto di tornare in carcere. ”Non ha aspettato freddamente la decisione – ha detto Leporatti – E’ molto provato perche’ sente la responsabilita’ della perdita di vite umane”. ”I giudici hanno applicato la legge”, ha affermato stamani l’avvocato difensore Bruno Leporatti apprendendo l’ordinanza del riesame e quindi elogiando ”l’autonomia e l’indipendenza della magistratura giudicante, che respingendo le suggestioni mediatiche, ha inteso dare puntuale applicazione alle norme ed ai principi giuridici del nostro ordinamento in tema di liberta’ personale”. Ma le accuse contro Schettino sono tali per cui il procuratore di Grosseto Francesco Verusio ha fatto rilevare, in una nota, che ”i giudici del riesame hanno accertato non solo la sussistenza di gravissimi indizi di colpevolezza per tutti i reati contestati all’indagato Schettino ma anche – cio’ che e’ piu’ importante – la sussistenza di gravi e rilevanti esigenze cautelari, tali da fondare il mantenimento di una misura di tipo coercitivo, seppure non carcerario, come viceversa auspicato da questo ufficio”. Un modo, indiretto, con cui la procura ha voluto ribadire i presupposti cautelari, di cui e’ rimasta convinta, ossia pericolo di fuga e inquinamento delle prove da parte di Schettino, anche se, come la difesa, aspetta di vedere le motivazioni del riesame, da depositare nei prossimi giorni. Ora l’inchiesta della procura prosegue verso l’incidente probatorio del 3 marzo, quando dall’esame della scatola nera si comincera’ ad affrontare le questioni nautiche sotto un profilo piu’ strettamente tecnico. E oggi a Grosseto sono state sentite altre persone informate sui fatti, altri testimoni, dagli inquirenti che forse potranno risentire anche Schettino. ”Se ci sara’ necessita’ di un contributo, il comandante Schettino sara’ pronto a darlo lealmente”, ha detto ancora Leporatti in una conferenza stampa stasera a Grosseto. ”Ma i nuovi interrogatori della procura – ha detto il legale riferendosi a quelli dei giorni scorsi – non hanno modificato il quadro cautelare”. Mentre a Roma, in un’audizione alla commissione lavori pubblici del Senato, il capo della Protezione civile e commissario delegato del Governo all’emergenza, Franco Gabrielli, ha detto che ”7-10 mesi per la rimozione della Costa Concordia e’ un tempo ottimistico e prevede il sezionamento dello scafo, che e’ piu’ facile della rimozione. Ma e’ un dato da prendere con le molle” anche perche’, sottolinea Gabrielli, ”in questo momento le condizioni meteomarine non consentono l’attivita’ di ricerca subacquea” e ”la nave sta subendo modificazioni”. ”Si stanno studiando misure per impedirne lo scivolamento”. Al Senato Gabrielli ha parlato dei parametri dell’acqua: ”Non sono quelli di un’acqua cristallina, sono a norma di legge ma, al momento, non ci sono pericoli per l’ambiente”. Domani al Giglio si rechera’ il presidente e ad di Costa spa, Pierluigi Foschi, per incontrare la popolazione: e’ la terza volta dal naufragio. I gigliesi vogliono sapere i tempi e le modalita’ della sicurezza ambientale e della rimozione della Costa Concordia visto che anche oggi le operazioni propedeutiche per lo svuotamento del carburante sono rimaste bloccate per il maltempo. E ritorna la figura della moldava Domnica Cermotan con un’intervista a Oggi dove dice: ”Non sono l’amante di Schettino”.

 

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