Beni mobili ed immobili per un valore di 12 milioni di euro, tra cui quattro terreni ed un edificio a Roma, sono stati confiscati dalla Guardia di finanza alla cosca Alvaro della ‘ndrangheta, una delle piu’ note ed attive della criminalita’ organizzata calabrese.

Il provvedimento di confisca e’ stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Dda ed eseguito dal Nucleo di polizia tributaria reggino delle fiamme gialle in collaborazione col Servizio centrale investigazione sulla criminalita’ organizzata di Roma. Oltre ai terreni ed al fabbricato a Roma, oggetto del provvedimento di confisca sono 32 uliveti a Sinopoli, il centro del Reggino in cui la cosca Alvaro ha la sua base operativa, e una societa’ olivicola. I beni confiscati sono riconducibili, in particolare, al boss Carmine Alvaro, di 58 anni, detenuto in regime di 41 bis nel carcere di Spoleto, erede del capo storico della cosca, Domenico Alvaro, di 74 anni. I terreni, pur non essendo formalmente di proprieta’ dei componenti della cosca, avevano consentito, tra l’altro, al gruppo criminale di ottenere contributi comunitari per centinaia di migliaia di euro . I beni erano stati sequestrati nelle operazioni Matrioska 1 e Matrioska 2 condotte anche queste dalla Guardia di finanza, rispettivamente, nel maggio e nell’agosto del 2010.

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