Potrebbe aver avuto un tragico epilogo il sequestro di una quarantina di ostaggi stranieri da parte di un commando jihadista nel Sahara algerino. Secondo Al Jazira, 35 ostaggi e 15 rapitori sarebbero morti in uno scontro a fuoco scoppiato dopo che i terroristi erano usciti dall’impianto per l’estrazione di gas al confine con la Libia. Anche l’agenzia di stampa mauritana Ani ha citato fonti jihadiste secondo cui sarebbero morti 34 ostaggi e 15 rapitori.

Per ora i media francesi si limitano a confermare un’operazione delle forze speciali algerine, senza fornire bilanci. La situazione appare ancora molto confusa, perche’ l’impianto -gestito dalla britannica Bp, dall’algerina Sonatrach e dalla compagnia norvegese Statoil e situato a Tigantourine, 40km da In Amenas, non lontano dalla frontiera libica -e’ in pieno deserto e le notizie arrivano frammentate e difficili da confermare. In mattinata, secondo l’emittente privata algerina Ennahar, che citava “una fonte ufficiale”, erano riusciti a fuggire “quindici stranieri, tra cui una coppia francese; e, secondo l’agenzia di notizie algerina, Aps, erano riusciti a scappare dall’impianto 30 algerini, magari lasciati andare dagli islamisti che e’ probabile vogliano concentrarsi sugli ostaggi occidentali. In mattinata i sequestratori avevano espresso la disponibilita’ a negoziare purche’ l’esercito algerino si allontanasse dall’area nelle vicinanze dell’impianto. Intanto, in Mali, si continua a combattere. La Francia ha potrato a 1.400 gli uomini sul terreno (2.500 l’obiettivo finale, secondo quanto anticipato nei giorni scorsi). Nella notte ci sono stati nuovi scontri tra l’esercito maliano, sostenuto dalle truppe francesi, e gli estremisti jihadisti che circondano la citta’ di Konna, nel settore centrale. Dall’Ue e’ arrivato il via libera alla missione Eutm di addestramento e formazione dell’esercito maliano. La missione era in programma da tempo, ma i ministri degli Esteri dei 27, convocati in riunione straordinaria, hanno deciso di accelerare i tempi: la missione (formata da 400-500 uomini, la meta’ dei quali istruttori) potrebbe essere operativa gia’ a meta’ febbraio, una settimana prima del previsto. L’Italia, ha annunciato il ministro degli Esteri, Giulio terzi, ha dato una disponibilita’ “fino a 24 uomini”. Non ci saranno invece soldati italiani impiegati direttamente sul terreno, ha confermato il ministro.

 

 

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