Nega ogni coinvolgimento nel programma nucleare iraniano Viacheslav Danilenko, l’ex scienziato sovietico menzionato indirettamente nel rapporto Aiea reso noto due giorni fa, che denuncia gli sviluppi di un’arma nucleare da parte della Repubblica Islamica.

Raggiunto dal quotidiano russo Kommersant, Danilenko ha ammesso di aver lavorato in Iran alla fine degli anni ’90 tenendovi anche lezioni scientifiche, ma ha smentito una sua collaborazione in materia nucleare con Teheran: “Non sono un fisico nucleare, ne’ sono il fondatore del programma nucleare iraniano”, ha detto rifiutando di rispondere a ulteriori domande. Nel rapporto Aiea si fa riferimento a un “esperto straniero” che avrebbe giocato un ruolo chiave nella svolta compiuta da Teheran sulla strada per la produzione di un’arma nucleare; questi avrebbe lavorato nel Centro di Fisica Nucleare iraniano nel 1996-2002, insegnando la simulazione al computer di testate nucleari. Nonostante il suo nome non compaia nel documento, il Washington Post lo ha identificato in Danilenko, oggi 76enne, ex dipendente del Centro Nucleare Federale russo dell’Istituto di Ricerca di Fisica Tecnica Zababakhin di Snezhinsk presso Chelyabinsk – uno dei maggiori centri segreti di ricerca nucleare in epoca sovietica – dove ha lavorato dal 1950 alla pensione. Per Vladimir Padalko, ex collega dello scienziato, Danilenko Š conosciuto come il fondatore dei nanodiamanti, diamanti microscopici originati da una detonazione, da lui scoperti nel 1962. Di recente Mosca ha dichiarato che un eventuale attacco di Israele all’Iran innescherebbe una guerra catastrofica in Medio Oriente.

 

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