Francia e Germania concordano sugli aspetti piu’ importanti del piano per evitare l’eurodefault, tuttavia non mancano divergenze e nodi da sciogliere in occasione del bilaterale di lunedi’ a Parigi tra i presidente francese Nicolas Sarkozy e il cancelliere tedesca Angela Merkel. Il tutto con l’obiettivo di fare approvare la proposta salva-euro al vertice europeo di giovedi’ e venerdi’ a Bruxelles. Ecco i punti principali sul tavolo:

DISCIPLINA DI BILANCIO. La Francia sostiene la richiesta di Berlino per una piu’ severa disciplina fiscale per evitare che i debiti nazionali crescano a livelli insostenbili e concorda anche con la necessita’ di introdurre sanzioni automatiche per chi viola le norme.

ATTUAZIONE PATTO STABILITA’. Il Patto di Stabilita’ e crescita di fatto prevede gia’ sanzioni per chi sfora i parametri di Maastricht, ma ad oggi non sono mai state effettivamente applicate. Un rafforzamento delle regole in materia proposto di recente dalla Commissione europea, dovrebbe entrare in vigore a meta’ dicembre, ma Parigi e Berlino chiedono sanzioni ancora piu’ severe. Ma chi dovrebbe occuparsi dell’applicazione delle sanzioni? E’ qui che troviamo il primo elemento di contrastro tra Parigi e Berlino, con la Germania che spinge per un rafforzamento dei poteri delle istituzioni comunitarie, nella fattispecie Commissione e Corte di Giustizia, e la Francia chiede un approccio intergovernativo sul caso, sostenendo che la governance economica debba restare in mano alle capitali. Parigi spinge per un ruolo piu’ forte della Banca centrale europea nel salvataggio dell’euro, esprimendosi in favore all’acquisto dei titoli di Stato dei paesi in difficolta’. Fortemente contraria al ricorso a misure non convenzionali da parte dell’Eurotower e’ la Germania.

Ultimo ma non meno importante c’e’ la questione EUROBOND, da sempre terreno di contrasto in Europa. La ricca e virtuosa Germania e’ contraria all’emissione di titoli di debito comuni temendo che possa rappresentare un escamotage per i paesi in difficolta’ a non risanare i conti pubblici. Appare invece meno intransigente la posizone dell’Eliseo in materia di euro-obbligazioni, sostenendo che prima bisogna comunque puntare ad una maggiore convergenza di bilancio tra i paesi membri.

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