Non ce l’ha fatta Marco Imperato, il 45enne pilota d’elicotteri originario di Ravello che lo scorso 23 novembre si era schiantato sulle montagne biellesi. È morto nella notte del 2 gennaio nel reparto di rianimazione del Centro Traumatologico Ortopedico di Torino dov’era ricoverato da trentanove giorni. Le sue condizioni, inizialmente gravi ma stabili anche dopo i diversi e delicati interventi chirurgici subiti, sono peggiorate repentinamente nell’ultima settimana con complicanze respiratorie di natura settica che hanno peggiorato il quadro clinico già compromesso dai diversi traumi subiti nell’impatto. La salma è ora sotto sequestro. Aperte due inchieste atte a stabilire cause e responsabilità della morte: una della Procura di Biella, l’altra dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo. Marco era un elicotterista esperto con circa vent’anni di esperienza nel settore aeronautico, Imperato è cresciuto a Ravello. Ragazzo perbene, bello e forte, aveva realizzato il suo sogno: quello di volare. Formatosi all’Aereo Club di Lugo di Romagna e poi negli Stati Uniti, a Riverside, aveva all’attivo migliaia di ore di volo con i Robinson R 22. Da anni viveva stabilmente con la sua famiglia, la moglie Annalisa, originaria di Positano, e un figlio di 12 anni, a Morgex, in Valle d’Aosta, dove lavorava per l’azienda biellese Sky Aviation. Al momento dell’incidente stava trasportando delle reti metalliche di contenimento per pareti rocciose. Nell’impatto (il pilota era stato estratto dai soccorritori dalle lamiere dell’aeromobile letteralmente distrutto) aveva riportato traumi alla testa e al tronco e nel pomeriggio del 23 novembre era stato sottoposto a interventi riusciti da parte dei medici del Cto di Torino. L’equipe chirurgica lo aveva successivamente sottoposto a un’operazione maxillofacciale, alle orbite oculari e al cranio, durato sette ore. Poi a un intervento ortopedico a seguito dei gravi traumi subiti. Sedato, respirava autonomamente e non aveva subito lesioni agli organi interni. I medici del centro d’eccellenza torinese si erano mostrati persino ottimisti circa le possibilità di un graduale recupero, seppur lente. La notizia della sua morte ha provocato dolore e sconforto nelle due perle della Costiera. Affranti i genitori di Marco, Alfonso e Angela, coppia nota e apprezzata nel settore del turismo nel comprensorio, che da quel maledetto 23 novembre si trovano nel capoluogo piemontese aspettando che il loro unico figlio potesse tornasse cosciente. «Un grande dolore e tanta tristezza investono questo inizio d’anno a Ravello. Marco aveva lasciato questa città per seguire la sua passione per il volo, trasferendosi in Valle D’Aosta. Senza però mai interrompere il suo forte legame con il paese natio ha detto il sindaco di Ravello Paolo Vuilleumier – . Ad Alfonso ed Angela, alla moglie, al figlio e a tutta la sua famiglia, interpretando i sentimenti di tutta la cittadinanza, esprimiamo il più profondo cordoglio e la vicinanza di tutta la comunità ravellese».

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