La rivendicazione con cui la Fai/Fri si è attribuita la paternità dell’agguato a Roberto Adinolfi fu inviata ad alcuni soggetti a Napoli prima di esser spedita al Corriere della Sera. E’ uno degli elementi che ha “arricchito” gli indizi a carico di Nicola Gai e Alfredo Cospito e che ha consentito alla procura di Genova, dopo il rigetto a luglio della richiesta di arresto da parte del Gip, di emettere un provvedimento di fermo nei confronti dei due.

E’ quanto è scritto nel decreto, in cui viene riportata l’annotazione della Digos di Napoli che la procura partenopea ha inviato ai colleghi genovesi. La circostanza emerge grazie ad un’intercettazione ambientale registrata il 10 maggio – dunque 3 giorni dopo l’attentato ad Adinolfi e un giorno prima dell’arrivo della rivendicazione al Corriere – in un centro studi di Napoli. In quell’occasione una delle persone intercettate dice agli altri: “…rendetevi edotti…l’abbiamo avuta”. E successivamente una donna aggiunge: “ma che cosa?!…il comunicato della Fai informale…un comunicato firmato Fai informale…leggi!!!”. “E’ da ritenersi – scrivono gli inquirenti – che le persone intercettate abbiano ricevuto, per mail, prima della sua divulgazione pubblica, il comunicato di rivendicazione del ferimento di Adinolfi”. Secondo chi indaga, la scelta di inviare la rivendicazione ad un gruppo di anarchici napoletani va inquadrata nel fatto che “all’interno del gruppo” era in corso “un progetto volto a coinvolgere le individualità ed i collettivi anarchici più radicali a livello nazionale in un percorso di reciproco scambio informativo circa esperienze politiche e campagne di lotta”. Non è un caso infatti, è scritto ancora nel provvedimento di fermo, che due esponenti anarchici napoletani, un greco e un italiano, siano stati a Torino agli inizi di aprile di quest’anno, un mese prima del ferimento: e in una conversazione intercettata nel centro studi napoletano i due pronunciano la seguente frase: “7 maggio inizio lavori”. Il 7 maggio è la data del ferimento di Adinolfi ma la conversazione, annotano gli investigatori, è del 2 maggio e “presumibilmente fa riferimento all’inizio di una fase strategica nuova del movimento anarco-insurrezionalista”.

 

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