Sequestrato, a Napoli, un immobile – 600 metri quadrati in avanzato stato di costruzione – riconducibile a Vincenzo Di Lauro, figlio del boss Paolo di Lauro ed egli stesso detenuto al regime del 41 bis.

 

 

La casa, in via Cupa dell’Arco, storico quartier generale dei Di Lauro, ricalca lo stile neoclassico di quello del padre Paolo ed e’ intestata al prestanome Michele Meledandri, incensurato e piccolo imprenditore. Il lusso, nella ristrutturazione, non manca: basti pensare che, scrive la Procura di Napoli, solo per gli ‘igienici’ sono stati pagati 200mila euro.

E’ grazie alle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, Carlo Capasso e Biagio Esposito, che si e’ risaliti al vero proprietario della casa. Entrambi i collaboratori hanno riferito che Vincenzo Di Lauro aveva acquistato e stava ristrutturando un immobile per farne la sua residenza: il tutto con i soldi derivanti dal traffico di droga, di cui Di Lauro percepiva stabilmente una quota oltre lo ‘stipendio mensile’ a lui dovuto. Il decreto di sequestro preventivo e di urgenza, emesso dalla Procura di Napoli, e’ stato eseguito dai carabinieri.

Il sequestro della villa del clan Di Lauro “e’ un segnale per il territorio. Abbiamo colpito nella roccaforte del clan”. A sottolinearlo il procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore. “Tra tante indagini su politici e pubblica amministrazione – aggiunge – la criminalita’ organizzata resta un obiettivo che abbiamo ben presente. E’ un provvedimento d’urgenza che dovra’ essere convalidato dal gip. Ma l’attacco ai patrimoni dei clan e’ importante”.

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