La Corte di Cassazione ha confermato la misura di prevenzione patrimoniale con cui il 25 maggio scorso sono stati confiscati definitivamente molti dei beni dello storico capo clan Paolo Di Lauro: lo sottolinea, in una nota, il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia, Alessandro Pennasilico.

Tra i beni in particolare, spicca l’abitazione dove ha risieduto, sino ad oggi, la famiglia Di Lauro, situata nel cuore della vecchia Secondigliano, nella cosiddetta zona di “Mezz’ all’arco”, quartier generale del clan. ”La decisione della Cassazione non solo fornisce conforto definitivo a quanto affermato, a suo tempo, dal Tribunale delle misure di prevenzione di Napoli – scrive Pennasilico – ma reca con se’ anche una valenza simbolica, oltre che giudiziaria, in quanto Paolo Di Lauro rappresentava ormai l’ultimo capo storico della camorra napoletana e dell’hinterland la cui famiglia risiedesse ancora nella abitazione di origine”. ”Il presente provvedimento si inquadra nello stesso solco e impedisce la utilizzazione di un bene, tanto in chiave patrimoniale che simbolica – aggiunge – alla cerchia piu’ vicina e diretta di pericolosi personaggi, consentendone anzi, ove l’iter procedimentale dovesse confermare la fondatezza dell’impianto investigativo, un uso finalizzato alla realizzazione di un interesse sociale”. Proprio oggi e’ stato eseguito anche il provvedimento di sequestro di un immobile di pregio di Vincenzo Di Lauro.

 

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