Non riesce ad accettare il fatto che il figlio abbia perso la vita. A parlare è Adelaide Porzio, madre di Raffaele Perinelli la giovane promessa del calcio ucciso a Miano con una coltellata al cuore: “Voglio giustizia per mio figlio, era un bravo ragazzo”. In casa con la donna parenti e amici straziati dal dolore per la grave perdita. La donna ci tiene a sottolineare che, nonostante il padre, Giuseppe Perinelli, fosse stato ucciso nel 2003 per una faida di camorra, il figlio Lello non aveva alcun legame con la criminalità organizzata. “Mio figlio amava giocare a calcio e lavorava insieme a me in una ditta di pulizie. Chiunque nel quartiere può dirvi che era un angelo”. La mamma rivolge anche un appello ai testimoni del litigio avvenuto in discoteca tra Lello Perinelli e quello che poi sarebbe divenuto il suo assassino: “Ragazze, ve lo chiedo come mamma, se avete visto parlate”.
Nella notte è arrivata anche l’ammissione dell’assassino, un venditore ambulante 31enne. Dopo essersi costituito si dice distrutto, racconta di aver avuto una discussione con la vittima qualche sera prima in discoteca e da allora andava in giro con un coltello perché aveva paura. Il caso ha voluto che i due si incontrassero nuovamente. Nasce una nuova discussione, una lite durante la quale viene estratta una lama e inferto un fendente al cuore di Perinelli che gli è stato fatale.

 

 

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